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L´Import-Export astigiano nel periodo 1995-2003
IL COMMERCIO ESTERO IN PROVINCIA DI ASTI
Tra i principali indicatori dell´economia astigiana nel 2003 quello relativo al movimento con l´estero ha costituito uno dei migliori risultati ottenuti dal contesto imprenditoriale locale. Il 2003 è stato infatti caratterizzato da un soddisfacente +4,7% che rappresenta un´ulteriore conferma del trend di costante ascesa di questo indicatore.
La provincia di Asti, con questa variazione, ha conseguito il miglior risultato tra le otto province piemontesi a fronte di una situazione di relativa stazionarierà dell´export regionale (-0,39%) e di variazioni negative del Nord Ovest (- 2%) e della nazione (-4%).
Nella graduatoria nazionale delle esportazioni la provincia di Asti ha recuperato terreno collocandosi al 64° posto tra le 103 province italiane ed acquistando quattro posizioni rispetto alla classifica 2002.
Con un export di 976,3 milioni di euro, l´astigiano ha lievemente migliorato il proprio apporto alle esportazioni piemontesi (3,3% del totale) ed a quelle nazionali (0,38%) pur mantenendo un peso modesto da porre in relazione con la prevalente piccola dimensione della struttura produttiva locale. E´ da mettere però in rilievo la capacità del sistema di rafforzare le proprie quote di mercato estero: con passi graduali l´export astigiano, negli ultimi quattro anni, è aumentato di 109,5 milioni di euro, pari ad un incremento del 12,6%.
Il volume di affari è aumentato anche con riferimento alle importazioni ammontanti, nel 2003, a 636,74 milioni di euro, il 9,6% in più dello scorso anno. Anche in questo caso il dato astigiano si pone in controtendenza sia al dato regionale (-0,4%) sia a quello nazionale (-1,6%).
Le importazioni astigiane rappresentano il 3% del totale piemontese e lo 0,25% di quello italiano e mettono in evidenza, nei quattro anni in esame, una dinamica di sensibile aumento (+27,2%).
L´aumento dei flussi di merci in uscita dal territorio provinciale e l´incremento ancor più rilevante di quelli in entrata hanno determinato una riduzione del grado di copertura delle importazioni, calcolato rapportando il valore complessivo dell´export a quello dell´import, che è passato da 1,61 a 1,53, un dato comunque superiore tanto a quello regionale (1,41) quanto a quello nazionale (1,004).
L´INTERSCAMBIO PROVINCIALE PER GRUPPI DI PRODOTTI
Più del 50% delle esportazioni astigiane si riferisce a quattro voci specifiche:
- "parti ed accessori per autoveicoli" produzione che rappresenta il 14,5% dell´export totale, il più rilevante flusso di export astigiano nonostante il lieve cedimento accusato nel 2003 (-1,2%). Nei quattro anni considerati il settore ha ampliato il portafoglio ordini estero del 26,8%;
- "bevande" voce che in provincia di Asti si riferisce ai vini ed ai distillati, comprende il 14,1% del totale export ed evidenzia una costante evoluzione particolarmente soddisfacente nel 2003 (+8,1%);
- "macchine di impiego generale", con un peso del 12,7% sul totale e con una produzione da attribuire in gran parte alle macchine per l´imballaggio dell´indotto vino, il settore evidenzia un rilevante sviluppo del mercato estero (25,6% sul 2000) che si è concretizzato soprattutto nel 2003 (+17.6%);
- "motori e generatori" il cui volume d´affari estero costituisce il 9,6% del totale, con un valore ancora rilevante, in lieve ridimensionamento rispetto al 2002 (-2,1%), ma che ha perso notevolmente quota rispetto al 2000 (-22,3%).
L´analisi per gruppi omogenei di prodotto mette in rilievo una rilevante vocazione all´export delle "macchine ed apparecchi meccanici": in termini di valore, conglobano il 23,03% dell´export della provincia di Asti. Il settore ha dato buoni risultati nel 2003 con un incremento del 4,7% ma, a fronte di un andamento discontinuo, negli ultimi quattro anni la variazione è stata solo dell´1,8%.
Sono invece in crescita costante le vendite all´estero del settore "alimentari e bevande", il cui export rappresenta il 19,4% del totale provinciale ed è detentore di una crescita del 17,4% nell´arco di quattro anni di cui il 3,6% conseguito nel 2003. Hanno contribuito a questo più che soddisfacente risultato tanto i vini e distillati che da soli costituiscono il 73% del settore, quanto l´industria conserviera con una quota di esportazioni pari al 18% dell´export alimentare. I vini e distillati, nei quattro anni in esame, hanno incrementato le vendite all´estero di quasi il 20%, l´industria conserviera ha più che raddoppiano (+ 127,7%) la propria presenza all´estero ed evidenzia tuttora un trend di crescita (+23,5% rispetto al 2002).
Seguono, in ordine di importo, i "mezzi di trasporto" che assommano il 16,3% dell´export provinciale da imputare in larga parte (89%) alla produzione di parti ed accessori di autoveicoli. Il comparto, comprendente seppur per quote poco rilevanti anche produzioni di autoveicoli, materiale rotabile, aeromobili e cicli e motocicli, evidenzia un rafforzamento del mercato estero, di rilievo nell´ultimo anno considerato (+4,5%), particolarmente importante nell´arco del quadriennio (+ 38,4%).
La "produzione di macchine elettriche" copre il 12,2% del totale export e, riferendosi per il 78% alla produzione di motori e generatori, ne segue l´andamento: il relativo export ha perso consistenza rispetto al 2000 (-16,1%) ed è stato oggetto di un ulteriore ridimensionamento nel 2003 (-12%).
Appare invece più confortante il mercato estero dei "metalli e prodotti in metallo" per i quali si rilevano esportazioni per 105 milioni di euro, il 10,8% del totale, valore che evidenzia il 9,2% in più dell´export 2002 ed il 41,3% in più dell´export 2000.
I settori "gomma e materie plastiche" e "prodotti chimici" detengono, rispettivamente, il 3,3% ed il 3,1% del fatturato estero totale. Sono soprattutto le esportazioni di prodotti chimici a far rilevare notevoli progressi.
E´ di un certo rilievo l´export del settore tessile (2,5% del totale) di appannaggio soprattutto ad imprese artigianali di maglieria di elevata qualità e che nel 2003 ha sensibilmente aumentato le vendite all´estero (+23,7%).
Il mercato estero del vestiario-abbigliamento rappresenta solo l´1,4% dell´export astigiano, il settore però, a partire dal 2002, ha recuperato posizioni sul mercato estero in modo particolare con una eccezionale performance nel 2003 (+92%).
Passando ad esaminare i flussi di entrata nel territorio provinciale, si rileva il predominio delle macchine elettriche con 94,58 milioni di euro, pari al 14,8% del totale, seguono i prodotti alimentari con il 13,4%, i prodotti chimici con l´11,2%, l´abbigliamento con il 10,6% le macchine ed apparecchi meccanici con il 9,6%.
Rispetto al 2002 la fattura estera astigiana è diventata più onerosa per 55,8 milioni di euro a causa soprattutto degli aumenti dei prodotti alimentari (+ 44,7%), del vestiario (+33,7%), della gomma e materie plastiche (+217,9%). Sono nel contempo diminuite le importazioni di prodotti agricoli (-9,2%), di prodotti chimici (-9,3%), di minerali non metalliferi (-18,1%), di macchine elettriche (- 14,9%), di mezzi di trasporto (-16,1%).
Dal confronto con il 2000 si rileva un aumento dell´import per i prodotti alimentari, il tessile-abbigliamento, la pasta-carta-editoria, la gomma e materie plastiche, i minerali non metalliferi, le macchine ed apparecchi meccanici, le macchine elettriche. Le diminuzioni sono invece limitate ai prodotti agricoli, ai prodotti chimici ed ai mezzi di trasporto.
IMPORT EXPORT PER PAESI
Dall´analisi dell´interscambio provinciale per Pese di provenienza-destinazione si conferma nuovamente, sul versante delle esportazioni, come la Francia e la Germania siano i principali partners commerciali delle imprese astigiane.
Il made in Asti ha mantenuto nel 2003, quale destinazione preminente, il mercato francese. Il relativo un volume d´affari ammonta a 206,9 milioni di euro, rappresenta 21,2% dell´export totale e, con un aumento dell´1,9% sul 2002, ha parzialmente recuperato le perdite subite negli anni precedenti. Infatti se si pone come termine di confronto il corrispondente valore relativo al 2000 si rileva una diminuzione del 3,8%. Alle esportazioni verso la Francia hanno contribuito principalmente le parti ed accessori per autoveicoli (18,1% del totale), le bottiglie in vetro (10,8%), le macchine per l´imballaggio (10,6%).
Il 18,1% delle merci in uscita dalla provincia di Asti è invece diretto verso la Germania che, con volume di affari, pari a 176,9 milioni di export, ha però accusato, su base annua, un ridimensionamento del 5%. Gli acquirenti tedeschi sono soprattutto interessati al vino astigiano (25% delle vendite in Germania) ed alimentano inoltre un buon mercato relativamente alle parti ed accessori per autoveicoli (17,4%) ed alle macchine strumentali (15,8%).
Ragionando in termini di macroaree e considerando la zona Euro (Europa a 12) si rileva che il giro d´affari complessivo è ammontato, nel 2003, a 565,49 milioni di euro, con un incidenza sul totale in lieve aumento (dal 57% del 2000 al 58% del 2003). Tale valore ha rappresentato l´1,2% in meno dell´anno precedente, una variazione deludente soprattutto alla luce dell´aumento registrato a livello di totale esportato (+ 4,7%). Sicuramente in tale andamento hanno influito pesantemente, oltre all´indebolimento delle esportazioni in Germania, anche quelli manifestati in Belgio (-6,9%), Olanda (- 7,7%) e Portogallo (-6,5%). In Spagna le esportazioni, che rappresentano, con 20,54 milioni di euro il 9% del totale, hanno invece espresso una dinamica di graduale e costante aumento con variazioni positive, su base 2000, del 29,7% di cui il 7,3% conseguito nell´ultimo anno.
Se si amplia il campo di osservazione all´Unione Europea (Europa dei 15) la situazione non si presenta migliore: il peso dei partner europei sull´export astigiano, con un valore di 672,31 milioni di euro è passato infatti dal 73,9% del 2000 al 69% del 2003. Rispetto al 2002 si rileva un aumento dello 0,7% grazie alla forte crescita delle esportazioni nel Regno Unito, terzo mercato dell´astigiano, in ordine di importanza decrescente, con un´incidenza del 9,9% sul totale.
Sempre in Europa, ma al di fuori dell´Unione Europea, si rileva una confortante crescita dell´export in Svizzera: con 19,28 milioni di euro, il 2% del totale, il venduto è aumentato del 10,7% rispetto all´anno precedente e del 22% sul fatturato relativo all´anno 2000. Anche i mercati russo e polacco sembrano diventare interessanti: con volumi di affari rispettivamente di 7,04 e 10,7 milioni di euro per questi Paesi si rileva nel 2003, rispetto al 2002, l´aumento del 18,3% per la Russia e del 40,2% per la Polonia. E´ di assoluto rilievo l´export negli altri paesi dell´Europa Centro-orientale, 100 milioni di euro in totale, pari al 10,2% dell´export astigiano, a seguito di un trend di crescita ragguardevole che ha consentito quasi un raddoppio del fatturato rispetto al 2000. In Turchia e negli altri paesi del Medio Oriente sono stati inviati prodotti per 31,52 milioni di euro; nell´ultimo anno si sono intensificate in modo particolare le vendite in Turchia.
In area extra-europea gli Stati Uniti d´America costituiscono il mercato più rilevante. Con un fatturato globale pari a 34,78 milioni di euro le esportazioni negli Stati Uniti rappresentano il 3,56% del totale ed hanno espresso, negli anni in esame, un trend discontinuo. Nell´ultimo anno si rileva una perdita di quote di mercato del 3,6%. L´export in Canada è notevolmente inferiore, solo 4,07 milioni di euro (0,42% del totale) ma, da variazioni positive del 19,7% rispetto al 2002 e del 38,1% dal confronto con il 2000, sembra dimostrare una notevole capacità di ripresa.
L´ America Latina è destinataria dell´1,28% dell´export astigiano con una dinamica di caduta verticale se si valuta il periodo 2000-2004; nell´ultimo anno si osserva però una ripresa di posizioni soprattutto nei confronti dell´Argentina.
L´Africa, nel 2000, acquistava il 3,4% dell´export astigiano, nel 2003 questo rapporto si è limitato al 2,7%, l´ultima variazione annua si limita ad un +0.9%.
Le esportazioni nei paesi Nic (Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong, Singapore), dopo la rilevante perdita registrata nel 2001, hanno ripreso a salire ma, nonostante il consistente recupero del 2003 (+44,2%), sono ancora sensibilmente inferiori (-34%) ai 18,3 milioni di euro fatturati nel 2000.
In Cina, nel 2003, sono state inviate merci per 12,86 milioni di euro, il doppio di quelle esportate nel 2002, l´analisi dell´andamento su più anni mette però in luce una certa discontinuità.
Il mercato australiano ha comportato entrate per 7,91 milioni di euro, il 9,2% in più dello scorso anno, tale importo rappresenta lo 0,81% del totale esportato.
Il ruolo dell´Europa nell´interscambio commerciale astigiano è prioritario anche con riferimento alle importazioni: oltre il 70% delle merci sdoganate in provincia proviene infatti da paesi europei in particolare dalla Francia (23%) con articoli in gomma ed animali vivi e dalla Germania (17%) con macchine produttrici di energia e prodotti chimici. Sono altresì rilevanti le importazioni dai paesi dell´Europa Centrale (14,4%), dalla Spagna (6,8%), dalla Cina (5,8%) e dal Regno Unito (5,6%). Le importazioni dagli Stati Uniti (0,58%) risultano invece modestissime.
LE ESPORTAZIONI DI VINI, VERMOUTH, SPUMANTI E DISTILLATI
La generica voce Istat "Bevande" rappresenta, per la provincia di Asti, una produzione di eccellenza di vini, spumanti e distillati che ha saputo affinarsi dal punto vista qualitativo. I produttori e gli enti pubblici locali stanno investendo importanti risorse volte a sviluppare una maggiore capacità di promozione e valorizzazione del settore rivolta soprattutto all´estero.
Nel 2003 il fatturato estero del settore vinicolo è ammontato a 137,97 milioni di euro, l´8,1% in più dell´anno precedente, aumento che sicuramente premia gli sforzi che gli operatori sostengono per il mantenimento di standard qualitativi elevati e per l´acquisizione di nuovi sbocchi commerciali.
L´export in area Uem è stato di 72,2 milioni di euro, il 52,3% del totale bevande: all´esterno di tale area il fatturato estero è risultato di 65,77 milioni di euro pari al 47,7%. Alla luce del fatto che il peso dell´export di vini e distillati, all´esterno dell´area euro, è più consistente rispetto al totale delle esportazioni astigiane, si deduce una maggiore capacità del settore ad affrontare nuovi e più lontani sbocchi commerciali.
Il miglior mercato dei vini astigiani è sicuramente quello tedesco che da solo copre il 31,8% dell´export vinicolo locale. Nonostante la crisi dei consumi risentita anche dalla Germania, le esportazioni, nel 2003, sono aumentate di 2,09 milioni di euro facendo rilevare il 5% in più del 2002.
Gli Stati Uniti d´America, con 19 milioni di euro, il 13,8% del totale, sono il secondo importante partner estero. Le esportazioni statunitensi, anche se si sono ridotte in rapporto alla loro incidenza sul totale vino esportato, dopo il cedimento del 2001, hanno ripreso a crescere a ritmo sostenuto tanto che il valore 2003 è pari a +6,6% in più del 2002 ed + 9% del 2000.
Nel Regno Unito le vendite di vini e distillati prodotti ad Asti sono ammontate a 16 milioni di euro. l´11,6% dell´export vinicolo, ed hanno manifestato un´eccezionale performance con una crescita del 39,2% su base annua e del 123,8% dal rapporto con il 2000.
Al quarto posto si colloca il mercato svizzero, con 8,83 milioni di euro, il 6,4% del totale, con una clientela fedele che mantiene, anzi incrementa, i propri acquisti (+2,8% rispetto al 2002).
Malgrado tenda ad assottigliarsi, il mercato francese si riserva ancora, con 8,49 milioni di euro, il 6,1% dell´export vinicolo astigiano. E´ questo un grosso riconoscimento in considerazione che la produzione vinicola francese si contende con l´Italia il primato, sia qualitativo che quantitativo, sulla produzione vinicola mondiale.
Sempre in ambito europeo, dal confronto con il 2002, emerge inoltre un consolidamento dell´export in Belgio (+5,3%), in Olanda (+ 5,1%), in Portogallo (+ 16,8%), in Russia (+ 55%) e negli altri paesi dell´Europa Centro-orientale (+30,6%), stazionarietà per l´Austria, flessione per Danimarca (-14,8%), Spagna (-13,4%), Svezia (-32,9%).
A livello extra-europeo il mercato vinicolo assume una connotazione interessante in Giappone, paese destinatario, con 7,38 milioni di euro, del 5,4% dell´export vinicolo astigiano. Negli ultimi anni le vendite di vini e spumanti in Giappone sono aumentate del 5% sul 2002 e del 35% sul 2000.
Si rileva invece un andamento incostante con riferimento all´Australia, titolare di acquisti per 4,46 milioni di euro (3,23% del totale), il 20% in più del 2002 ma in diminuzione rispetto al 2000 (- 5,9%).
E´ degno di attenzione anche l´export in Canada: con un volume di vendite di 1,55 milioni di euro questo mercato fa proprio l´1,12% del totale export vinicolo provinciale. Nel 2003 gli ordinativi canadesi sono però diminuiti del 9 % rispetto all´anno precedente.
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