AGRICOLTURA
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Rapporto delle imprese agricole sulle imprese degli altri settori e loro consistenza
Quotazioni dei principali prodotti agricoli e zootecnici commercializzati sulla piazza di Asti
Quotazioni medie dei vini pubblicate sui bollettini settimanali della Camera di Commercio di Asti
Demografia delle imprese
Alla data del 30 giugno 2004 le aziende agricole registrate al Registro Imprese della Camera di Commercio di Asti sono risultate 9.634, e hanno fatto rilevare, rispetto alla stessa data dell´anno precedente, una diminuzione di 311 imprese, pari a -3,2%. Nel periodo gennaio-giugno si sono iscritte 197 nuove imprese e sono pervenute 365 cancellazioni con un saldo negativo di 168 unità.
Cereali
Il raccolto di frumento e di orzo, la cui resa varia da 50 a 80 q.li per ettaro in rapporto alla tipologia di piantina e di terreno, è stato quantitativamente abbondante ma di qualità scadente a causa di forti attacchi di cimici. Gran parte del prodotto, quotato sul mercato locale 11,50-12,00 euro al quintale, non è adatto alla panificazione e sarà destinato alla produzione di mangimi.
La coltura del granoturco ha sofferto, a sud della provincia, dell´insufficienza delle piogge; a nord e ovunque si è intervenuti con irrigazioni, le rese sono state nella norma. Le quotazioni sono previste in flessione per una presumibile caduta della domanda, orientata a sostituire il frumento al mais nell´alimentazione del bestiame.
Colture industriali
La quantità prodotta di soia e girasole si preannuncia inferiore alla norma per effetto sia della diminuzione della superficie coltivata, sia di una resa inferiore alla norma dovuta alla scarsità delle piogge estive.
Anche per la barbabietola da zucchero si rileva una superficie coltivata in flessione. La resa, di circa 400 quintali per ettaro, è piuttosto bassa mentre la resa zuccherina dovrebbe risultare medio-alta.
Vite
L´andamento meteorologico è stato favorevole alla vitivinicoltura: le abbondanti piogge invernali e primaverili hanno consentito uno sviluppo rigoglioso della vegetazione, un´estate caratterizzata da temperature elevate di giorno e fresche di notte hanno determinato il rispetto dei tempi del ciclo vegetativo ed una produzione eccezionalmente abbondante. Attualmente l´uva non fa rilevare alcun problema vegetativo, richiede solo lavoro di selezione per diradare i grappoli e favorirne la maturazione.
La vendemmia inizierà nel mese di settembre per le uve Chardonnay, seguiranno le uve brachetto e moscato a partire dal 10-12 settembre, per poi procedere alla raccolta delle uve cortese, grignolino, freisa. La vendemmia delle uve barbera slitterà ai primi giorni di ottobre e, con i presupposti di un mese di settembre soleggiato e di un giusto diradamento nel vigneto, potrà garantire una produzione che darà luogo a vini d´annata.
Le opinioni degli operatori in merito al mercato sono di stazionarietà. Sicuramente il mercato del vino, ed in particolare del vino di qualità, ha risentito sia del rallentamento dei mercati internazionali sia, sul mercato interno, della riduzione generale dei consumi dovuta all´effetto euro. A livello mondiale si rilevano difficoltà di commercializzazione del vino anche a causa di un notevole exploit dei vini australiani che ha compromesso in particolare l´export di vini francesi. Sicuramente le esportazioni oltreoceano di vini locali fanno anch´essi rilevare una battuta d´arresto ma le motivazioni sembrano trovarsi soprattutto nell´assenza dei vantaggi di cambio dovuti all´euro forte piuttosto che ad un discorso di competitività sul piano qualitativo.
Relativamente ai prezzi e con riferimento alla produzione vinicola 2003 della provincia di Asti, si rilevano in generale quotazioni in aumento sia per i vini bianchi che per i rossi mentre per quanto riguarda i moscati si riscontra una lieve flessione delle quotazioni dell´Asti spumante e del moscato (-1,6%) ed un incremento del prezzo del Piemonte Moscato Doc (21%).
Infine i produttori ritengono soddisfacente l´accordo sul prezzo del moscato, che prevede un aumento medio del 2,2% rispetto all´anno precedente, mentre la resa rimane fissata a 75 q.li per uve destinate a vini Docg e Asti.
Ortaggi
Un inverno mite, temperature primaverili estive non troppo elevate, ottime per lo sviluppo delle colture orticole, la buona disponibilità idrica del terreno hanno fatto sì che le produzioni di ortaggi fossero abbondanti e di buona qualità dal punto di vista organolettico e fitosanitario. Dal punto di vista commerciale però, le abbondanti produzioni hanno portato ad un notevole aumento dell´offerta di ortaggi sui mercati locali e nazionali e di conseguenza si è avuto un crollo dei prezzi alla produzione mentre quelli al consumo si sono mantenuti sempre su livelli medio alti. Generalmente l´andamento dei prezzi sui mercati è sempre stato altalenante, ma quest´anno non è stato così, infatti dopo il crollo i prezzi si sono mantenuti sempre su livelli bassi, con notevoli ripercussioni sulle tasche dei produttori. Emblematico è il prezzo minimo alla produzione toccato dalle insalate nei mesi estivi (0.30 €), costringendo alcuni agricoltori ad abbandonare le produzioni in campo. Non meglio sono andate le cose per il pomodoro da mensa sotto tunnel. Le condizioni climatiche fresche hanno portato ad un leggero ritardo delle produzioni, le quali si sono concentrate nei mesi di giugno e luglio scontrandosi con quelle provenienti dal sud Italia, con conseguente calo dei prezzi. Tale calo ha colpito maggiormente le varietà ibride (tondo liscio) mentre le varietà locali (cuore di bue) hanno spuntato un prezzo leggermente maggiore.
Solo alcuni ortaggi come l´aglio, l´asparago, il sedano bianco d´Asti, la fragola precoce (aprile-maggio), la patata hanno mantenuto stabili i prezzi, mentre sono crollati quelli delle bietole da costa e da taglio, dello zucchino chiaro e scuro, delle cipolle bianche, dei sedani verdi, dei peperoni.
Nel complesso rispetto al 2003, la produzione di ortaggi primaverili 2004 si è rivelata tutto sommato soddisfacente dal punto di vista del volume di vendite, ma negativa a causa dei prezzi realizzati alla produzione molto bassi; in media il 20-30% inferiori a quelli registrati nel 2003.
Frutta
La situazione produttiva generale denota per il 2004 un aumento delle produzioni grazie all´andamento cliamatico più favorevole rispetto al 2003.
La produzione del frutto più rappresentativo a livello astigiano, la mela, fa registrare un buon aumento di produzione stimabile intorno al 20-30% in più.
Al momento si registra un ritardo nella maturazione di dieci-dodici giorni rispetto al 2003.
Le pezzature, sono ottime, i frutti promettono bene, e grazie alle forti escursioni termiche le varietà a frutto rosso, hanno assunto la loro tonalità ottimale.
L´aspetto legato alla difesa fitosanitaria evidenzia un´annata partita con qualche difficoltà per quanto riguarda la difesa della ticchiolatura. Le piogge frequenti ed abbondanti nel mese di aprile-maggio, hanno costretto gli agricoltori a interventi ripetuti per il contenimento del fungo. Inoltre in alcuni casi non c´è stato il controllo totale, con qualche attacco anche a carico dei frutti. Non si sono registrati attacchi di ragnetto rosso, mentre la presenza di colonie elevate di afidi ha creato qualche problema in più. Da segnalare danni da grandine anche di notevole intensità nell´area sandamianese. Si sono registrati inoltre anche danni a carico dei frutteti posizionati in fondovalle, interessati dai repentini abbassamenti termici delle mattinate del 28-29 marzo.
Le quotazioni sono ancora molto indicative perché le operazioni di raccolta stanno appena iniziando; l´unica certezza è che nei magazzini non vi sono giacenze della campagna scorsa, quindi l´interesse da parte del mercato crea delle buone aspettative. Indicativamente per le varietà del gruppo Gala al produttore per la raccolta in cassoni, vengono riconosciuti 0,50-0,80 € al kg. per le partite migliori; per Golden bisogna aspettare almeno l´inizio della raccolta.
Da registrare una buona produzione di albicocche e pesche, qualche problema per le ciliegie che in fase di fioritura e allegazione hanno risentito maggiormente degli abbassamenti termici, limitandone inevitabilmente la produzione.
Si conferma nuovamente che il settore frutticolo astigiano, continua anche se in maniera molto lenta, una contrazione graduale delle superfici investite a favore della molto più redditizia coltivazione della vite.
Per quanto attiene le nocciole, definitivamente archiviata l´annata 2003 caratterizzata sostanzialmente da un calo vorticoso delle produzioni causa siccità, con punte medie oltre il 40%, la campagna 2004, analizzando i primi dati della raccolta, fa registrare una netta inversione di tendenza con un aumento medio della produzione del 30% rispetto alle annate normali.
Dal punto di vista fitosanitario non si registrano patologie che abbiano impegnato particolarmente gli agricoltori.
Sostanzialmente la qualità è nella media, anche se la percentuale di frutti vuoti è superiore alla normalità, come i frutti di piccolo calibro, fenomeni giustificati proprio dall´abbondante produzione e dalle scarse precipitazioni nella fase di maggior bisogno da parte della pianta, tant´è vero che molte aziende supereranno addirittura il massimo della produzione di 35 quintali per ettaro fissata dal disciplinare dell´IGP Nocciola Piemonte.
Si nota un certo sviluppo del settore: acquisto di attrezzature, nuovi impianti iscrizioni all´IGP nell´attesa che le quotazioni possano fornire garanzie concrete ai corilicoltori.
Zootecnia
Nonostante il numero delle stalle diminuisca per l´abbandono dell´attività da parte dei piccoli allevatori, si registra in provincia di Asti un consistente aumento della consistenza del bestiame bovino a seguito di nuovi insediamenti e di ampliamenti di aziende. Al 1° giugno 2004 la consistenza del patrimonio bovino della provincia di Asti è risultato di 48.388 capi, 2.464 capi in più dello stesso periodo dello scorso anno. In particolare si rileva, rispetto al 1° giugno 2003, una lieve flessione del numero dei capi di età inferiore ad un anno (-1,7%) ed una sensibile diminuzione dei capi da uno a due anni (- 6,5%). Nel contempo si rileva un forte aumento delle vacche da latte (+ 59,3%) e delle altre vacche (+ 43,7%). Tale dinamica mette in evidenza una forte domanda del mercato di bovini da macello e la convenienza, da parte degli allevatori, di far nascere i vitelli nella stalla piuttosto che acquistare dall´esterno capi da allevamento. E´ pertanto sempre più evidente l´attenzione del consumatore alla provenienza del bestiame ed il riconoscimento del valore di una produzione locale che offre garanzie di tracciabilità e di controllo.
L´allevamento di equini totalizza 2.233 capi, di cui 2.098 cavalli quasi esclusivamente utilizzati per il turismo equestre.
Hanno sicuramente meno rilevanza sull´economia della provincia gli allevamenti di ovini e di caprini. Gli allevamenti di ovini, con 7.520 capi al 1° giugno 2004, fanno registrare una diminuzione del 3,4%; gli allevamenti di caprini, con 3.171 capi risultano in flessione per l´1,3%.
L´allevamento di suini mantiene una dinamica di graduale e costante aumento: con 21.882 capi la consistenza è aumentata, su base annuale, dell´1,4%.
Sotto l´aspetto sanitario, in provincia di Asti non si segnalano eventi morbosi del bestiame. L´ASL locale, dal canto suo, ha comunicato di aver avviato un piano di risanamento volontario "IBR" per combattere la rinotracheite infettiva del bovino.
Con riferimento alle quotazioni, si rileva, per quanto riguarda i bovini, un aumento dei prezzi dei vitelli lattonzoli (+5,6%) e dei vitelli comuni (+3,2%) ed una lieve flessione dei vitelloni piemontesi (-2,8%) e dei vitelloni di razza estera da carne (-8,6%). Risultano inoltre in flessione le quotazioni dei suini da allevamento.
Consistenza del bestiame in provincia di Asti al 1 giugno 2004
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