Questo sito utilizza cookie per inviarti informazioni sulla nostra organizzazione in linea con i tuoi interessi/le tue preferenze e cookie di analisi statistica di terze parti anche per fini non tecnici. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui.
Se accedi ad un qualunque elemento soprastante questo banner acconsenti all'uso di tutti i cookie.

RIMUOVI

Versione solo testo - Camera di commercio di Asti, 3 dicembre 2023
Torna alla versione grafica - home

Reddito



Asti, 3 dicembre 2023



Analisi economica provinciale



REDDITO

Contenuto pagina

Il reddito prodotto in provincia di Asti

Il valore aggiunto ai prezzi base per settore di attività economica - anni 1995-2003

L´Istituto Guglielmo Tagliacarne ha recentemente pubblicato le stime del valore aggiunto dei principali settori di attività economica per le regioni e per le singole province italiane con riferimento agli anni 1995-2003. L´analisi è stata attuata dalla disaggregazione dei dati sui conti economici nazionali riportati nell´ultima "Relazione generale sulla situazione economica del Paese".
Per le quattro fondamentali macrobranche (agricoltura, industria in senso stretto, costruzioni e servizi globalmente considerati) si sono calcolati i valori, espressi a prezzi correnti, nei singoli anni; ne consegue che le variazioni annue, oltre a riflettere l´andamento dei beni e servizi in termini quantitativi, incorporano anche l´effetto della variazione dei prezzi. Tali dati divergono da quelli del PIL in quanto questi ultimi, pur essendo espressi ai "prezzi di mercato", non comprendono le imposte indirette nette sui beni e servizi prodotti.
Il valore aggiunto non rappresenta propriamente un indicatore di benessere economico della collettività alla quale si riferisce, ma, fornendo una valutazione della potenzialità produttiva dell´area di riferimento, ne mette in evidenza i principali aspetti strutturali e dinamici.
Dal dato globale di valore aggiunto riferito alla provincia, attraverso il rapporto con la popolazione residente, si determina il valore aggiunto pro-capite. Tale il rapporto, effettuato per ottenere valori medi territorialmente omogenei, è indicativo, ma non può ritenersi teoricamente corretto in quanto alla formazione del valore aggiunto concorrono tutti i fattori produttivi presenti nell´area considerata, i quali non sempre sono in relazione ai soggetti residenti.

Il valore aggiunto ai prezzi base per settore di attività economica in provincia di Asti nel 2003 è ammontato a 4.648,9 milioni di euro, il 7,7% in più dell´anno precedente, a fronte di variazioni del Piemonte del 2,93%, dell´Italia Settentrionale del 2,96% e della nazione del 3,40%.
Il valore aggiunto in agricoltura è stato di 184,0 milioni di euro. Un´annata decisamente avara ha contribuito a far diminuire tale valore dell´1,08% rispetto al 2002, andamento in controtendenza ad un lieve aumento riscontrato sia in ambito regionale (+1,35%) che nazionale (+1,18%).
Il valore aggiunto di competenza dell´industria manifatturiera, pari a 1.048,0 milioni di euro, risulta invece superiore del 3,02% , variazione che sottolinea una maggior capacità di tenuta del contesto produttivo locale rispetto sia a quello regionale, attestato una su una posizione di stazionarietà, sia a quelle dell´Italia Settentrionale (+1,1%) e dell´intera nazione (+0,9%).
Il settore delle costruzioni è stato protagonista, nel 2003, di una notevole performance, particolarmente rilevante nella provincia di Asti: con un valore di 303,1 milioni di euro, ha messo in evidenza una variazione del 5,87% rispetto al 2002.
Il 67% del valore aggiunto locale proviene dal settore terziario che, con un valore di 3.118,8 milioni di euro ed una variazione su base annua del 10,09%, si conferma il settore trainante dell´economia astigiana. Tale variazione è da mettere in relazione ad una rilevante crescita delle strutture distributive e turistiche ed è notevolmente superiore a quella manifestata in media dall´Italia (+4,13%).

Il rapporto di composizione del valore aggiunto dei singoli settori sul totale risulta del
- 3,9% per l´agricoltura a fronte di un valore dell´1,9% su base regionale e del 2,5% con riferimento all´Italia, dato che sottolinea l´accentuata caratterizzazione agricola della provincia di Asti pur alla luce di una sensibile perdita produttiva rispetto agli anni precedenti (era del 5,4% nel 1995);
- 22,5% per l´industria manifatturiera, peso inferiore sia a quello rilevato dal Piemonte (26,5%) che a quello nazionale (21,%). Anche per l´industria si rileva una perdita di quota rispetto al 1995, anno in cui essa rappresentava il 27,4%;
- 6,5% per il settore delle costruzioni, percentuale che pone la provincia di Asti decisamente al di sopra di quella regionale (5,1%) e nazionale (5,0%). Nel 1995 le costruzioni edili rappresentavano il 6% del valore aggiunto astigiano;
- 67,0% per il terziario, contro il 66,5% del Piemonte ed il 70,9% dell´Italia; nel 1995 il settore deteneva il 63,9% del valore provinciale; il settore è perciò riuscito negli ultimi anni, a controbilanciare i ridimensionamenti dell´agricoltura e dell´industria.

Il contributo della provincia di Asti alla formazione del valore aggiunto è del 4,5% su quello regionale e dello 0,38% sul globale nazionale. Dal confronto con il 1995, anno in cui il peso del valore aggiunto provinciale, rispetto all´Italia e al Piemonte era rispettivamente dello 0,36% e del 4,1%, mette in rilievo una, seppur lieve, tendenza alla crescita del proprio apparato produttivo.

Il valore aggiunto pro-capite riferito al 2003, ammonta, per la provincia di Asti a 21.085,00 euro e, rispetto al 2002, fa registrare un aumento del 6,8%.
Con tale valore la provincia di Asti si pone:
- al 47° posto tra le 103 province italiane,
- al 38° posto tra le 46 province dell´Italia settentrionale,
- al 7° posto tra le 9 province del Piemonte, seguita solo dal Verbano Cusio Ossola.
Il raffronto con il 2002 mette in luce per la provincia di Asti un avanzamento di ben sei posizioni mentre, rispetto al 1995, emerge un´ascesa di otto posizioni, un dato estremamente confortante che lascia intravedere una certa dinamicità del contesto economico locale, una capacità a produrre reddito anche in una fase di transizione che sta determinando sensibili mutazioni nel campo sociale, strutturale, del lavoro, dei processi produttivi e dell´impatto commerciale.



Aiutaci a darti un servizio migliore
Valuta la qualità dei contenuti di questa pagina


Non � presente alcun ufficio di riferimento per questa pagina

[ inizio pagina ]