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L´import-export astigiano nel periodo 1995-2004
IMPORT-EXPORT IN PROVINCIA DI ASTI
La provincia di Asti, con un export di 927,35 milioni di euro nel 2004, con un apporto del 3% sul totale piemontese e dello 0,33% su quello nazionale, 66^ tra le 103 province italiane, si pone al 7° posto nella graduatoria regionale, seguita dal VCO.
In termini di raffronto con il 2003 si constata una flessione del 5,2%, in controtendenza alla media piemontese attestata su un incremento del 2,9%. Tale flessione ha determinato, con una retrocessione di due posizioni nella graduatoria nazionale, una perdita di peso di 0,2 punti percentuali sull´export regionale e di 0,04 punti sul totale nazionale.
Le esportazioni astigiane hanno evidenziato un trend di ascesa a partire dal 1996: l´andamento del 2004 quindi desta una certa preoccupazione in quanto conferma le rilevanti ripercussioni della crisi dell´indotto auto sul sistema produttivo locale. L´analisi dei dati nell´arco del quinquennio mette in risalto, con una variazione complessiva delle esportazioni di + 7%, i notevoli progressi compiuti dal sistema produttivo astigiano negli anni precedenti, ma la battuta d´arresto del 2004 pone l´accento sulle difficoltà di commercializzazione di una produzione locale prevalentemente tradizionale, e in forte competizione sui mercati internazionali.
Le importazioni sono ammontate a 638.929.000 euro, lo 0,6% in meno dell´anno precedente, trend in contrasto a quanto rilevato in media nel Piemonte (+5%). L´attivo commerciale è passato da 335,79 a 288,42 milioni di euro, pari ad una flessione del 14,1%.
Per effetto di tali dinamiche, il grado di copertura delle importazioni, calcolato rapportando il valore complessivo dell´export e quello dell´import, è ulteriormente sceso, passando da 1,52 a 1,45, dato però sempre superiore sia all´1,36 regionale che allo 0,99 dell´Italia.
L´interscambio provinciale per gruppi di prodotti
In provincia di Asti si nota una particolare vocazione all´estero di cinque categorie produttive. In prima posizione si trovano le "macchine ed apparecchi meccanici" con vendite oltre confine, stazionarie rispetto al 2003, per 225,53 milioni di euro, il 24,32% delle esportazioni totali della provincia di Asti.
I prodotti alimentari e le bevande sono in seconda posizione con 203,55 milioni di euro, il 21,95% dell´export totale. Dall´analisi sul medio periodo si coglie l´impegno del settore ad ampliare le quote all´estero: a seguito di una progressiva crescita le esportazioni hanno guadagnato, nel rapporto di composizione sul totale, più di tre punti percentuali, mentre si osserva un incremento del 7,4% su base annuale e del 26,2% sul 2000. La dinamica del settore è determinata in misura prevalente dalle vendite di vini e distillati le cui performance, con un valore di export nel 2004 di 149,43 milioni di euro, raggiungono l´8,3% nel rapporto annuale ed il 29,3% su base quinquennale.
Seguono i prodotti in metallo, 129,15 milioni di euro, pari al 13,93% del totale, anch´essi con risultati positivi sia nel breve termine (+22,7%) che nel medio termine (+73,4%).
Contribuiscono invece a trascinare l´export astigiano al ribasso i trend dei mezzi di trasporto e delle macchine elettriche, rispettivamente 108,24 e 100,21 milioni di euro, in sensibile flessione sia dal confronto annuale (-32,4% e -16,2%), sia su base 2000 (-5,9% e -29,6%).
Tra i restanti gruppi di prodotti si distinguono, per importo e per tendenza, il settore gomma e materie plastiche, il cui export, pari a 33,64 milioni di euro, con un surplus del 5% sull´anno precedente ed il 13% sul 2000 ed i prodotti chimici con una crescita delle vendite all´estero del 55% negli ultimi cinque anni.
Il mercato estero è invece diminuito per i minerali non metalliferi (26,86 milioni di euro); la relativa consistenza rappresenta il 2,90% dell´export provinciale a fronte del 4,06% del 2000.
Il settore tessile, il cui andamento in ascesa fino al 2003, ha accusato, nell´anno in esame, una brusca inversione di tendenza, tale da ridurre di oltre un terzo il valore delle vendite all´estero.
Si presenta invece in ripresa il settore dell´abbigliamento che, nel 2004, ha raggiunto quota 20,32 milioni di euro, un buon risultato se paragonato ai 6,5 milioni di prodotto esportato nel 2000.
Per il settore legno la dinamica è discontinua con un punto di massima nel 2002; le esportazioni per 12,4 milioni di euro del 2004 sono comunque superiori del 9% alla quota di export del 2003 e del 23,8% sul 2000.
Dai dati sulle importazioni risulta che gli operatori astigiani acquistano dall´estero soprattutto prodotti alimentari (14,5% del totale): la bolletta estera è ammontata a 92,40 milioni di euro, con una maggior spesa del 6,6% sul 2003 ed del 34,8% sul 2000. Seguono, per valore, i prodotti chimici, 89,5 milioni di importazioni, il 25,3% in più dello scorso anno. E´ altresì rilevante il fatturato dall´estero di macchine elettriche, 82,83 milioni di euro, pur accusando su base annua una flessione del 12,4%. Risulta invece in aumento l´import di prodotti di abbigliamento, 73,91 milioni di euro nel 2004, + 9,4% rispetto al 2003, +88,2% dal confronto con il 2000. Per i prodotti in metallo le importazioni sono ammontate a 53,29 milioni di euro, in diminuzione sull´anno precedente (-3,9%), stazionario dal confronto con il 2000. Infine è interessante osservare il rilevante processo di ridimensionamento delle importazioni di prodotti agricoli, essenzialmente costituiti da bestiame bovino le cui importazioni sono passate da 26,91 milioni di euro del 2003 a 21,34 milioni del 2004 (- 20,7%).
Import Export per Paesi
Francia e Germania si confermano i mercati esteri più importanti per il made in Asti con quasi il 40% del fatturato all´estero.
La Francia è al primo posto con acquisti per 201.908.544 euro, che rappresentano il 21,8% dell´export totale anche se i clienti francesi stanno riducendo gradualmente gli acquisti (- 2,7% su base annua, - 6,1% rispetto al 2000). Le voci che hanno un maggior peso sul made in Asti diretto in Francia sono rappresentante da tubi in metallo (28,48 milioni di euro, +87,4% sul 2003), parti ed accessori per auto (22,82 milioni di euro, -39,2%), vetro (20,20 milioni di euro, -9,8%).
Sono diminuiti anche gli ordinativi dal mercato tedesco, il secondo in ordine di importanza con ordini per 158.909.180 euro, il 17% del totale. Le vendite in Germania hanno accusato un ridimensionamento del 10,3% rispetto al 2003 ed hanno manifestato un trend di flessione a partire dal 2002. Sono i vini ed i distillati i prodotti leader diretti in Germania con 43,95 milioni di euro che, nonostante la crisi del mercato tedesco, mantengono le loro quote. La provincia di Asti inoltre fornisce agli operatori tedeschi, per valori consistenti, macchinari di impiego generale (31,37 milioni di euro, pari a +12% rispetto al 2003) e parti ed accessori per auto, il cui export di 22,39 milioni di euro risulta però il 27,5% in meno dello scorso anno.
Negli ultimi cinque anni si è notevolmente rafforzato invece l´interscambio con il Regno Unito che, con 93 milioni di euro, rappresenta il 18% in più di valore esportato nel 2000, pur accusando un ridimensionamento del 4% rispetto all´export 2003.
Le vendite in Spagna, pari a 68 milioni di euro, il 23,5% in meno dello scorso anno, sono regredite ai livelli del 2000.
Assume rilievo il mercato austriaco che, con acquisti per quasi 20 milioni di euro, evidenzia un incremento del 17,4% sul 2003 e del 40% sul 2000.
Rispetto al 2003, si registra un aumento delle esportazioni in Belgio (+5%) e flessione in Olanda (-2,3%) , entrambi i mercati comunque mettono in evidenza una dinamica evolutiva nel medio periodo.
Le vendite di prodotti astigiani hanno avuto buoni risultati in Svezia, Polonia e Repubblica Ceca: in questi mercati la variazione rispetto all´anno precedente è stata superiore al 50%. Anche in Ungheria e Slovenia si registrano variazioni positive, pur con un giro d´affari per ora modesto. Negli altri paesi dell´Unione Europea il fatturato è ammontato a 62,3 milioni di euro ed è risultato inferiore del 38% a quello del 2003 e del 2,2% su base quinquennale.
Considerando il totale export dell´Europa a 15 si osserva che, con 693,26 milioni, il rapporto dell´export sul totale è passato dal 77,9% del 2003 al 74,8%. In ambito europeo il contesto produttivo astigiano ha perso, nell´ultimo anno, il 9% del mercato e registra solo il 3% in più del valore esportato nel 2000.
La maggiore attenzione rivolta dai produttori locali al mercato extraeuropeo ha consentito di limitare le perdite. Al di fuori dell´U.E. il mercato astigiano ha fatturato per 234,09 milioni di euro, il 25,2% dell´export totale, un valore superiore di quasi 18 milioni di euro a quello realizzato nel 2003, pari ad un incremento dell´8%.
Sui mercati extra-U.E. si rileva una sensibile crescita a partire dal 2002, particolarmente evidente, rispetto al 2000, per le destinazioni in Romania (+ 174%), Russia (+ 150%), Turchia (+ 148%), India (+ 106%), Canada (+ 53%).
Si mantiene rilevante il mercato svizzero con 21 milioni di euro, il 2,3% dell´export astigiano, pari a + 8% sul 2003 e + 32,8% sul 2000.
La provincia di Asti esporta negli Stati Uniti per un valore di 36 milioni di euro, il 3,9% del totale; tale rapporto nel 2000 era del 4,2%. Il mercato statunitense ha denunciato cedimenti nel 2001 e nel 2003, ma nel 2004 ha fatto rilevare un significativo aumento (+ 4,5%).
Le imprese astigiane progrediscono anche in Giappone: dai 10,85 milioni di euro del 2000 le esportazioni hanno raggiunto quota 12,26 milioni nel 2004, il 25% in più di cui il 4,7% è stato conseguito nell´ultimo anno.
Le importazioni astigiane sono rappresentate per l´80,4% da acquisti in area U.E.. Le importazioni di prodotti extra U.E. sono però passati dal 14,2% del 2000 al 19,6% del 2004. Dal confronto 2004/2003 si rileva una flessione del 3,3% per i paesi U.E. ed un aumento del 12% per l´import extra U.E.. I fornitori più importanti sono Francia (20,8%), Germania (18,1%), Belgio e Lussemburgo (12,2%). La sindrome Cina ha colpito anche la provincia di Asti con importazioni per 35,43 milioni di euro, il 5,5% dell´import totale, valore che pur rilevando una flessione su base annuale (-3,8%), risulta superiore del 208,6% rispetto agli acquisti del 2000.
Le esportazioni di vini, vermouth, spumanti e distillati
Le esportazioni astigiane di vini, vermouth, spumanti e distillati, nella classificazione Istat sono comprese nell´unica voce "Bevande" della classificazione ISTAT per un totale di 149,43 milioni di euro nel 2004. La proiezione sugli ultimi quattro anni delinea una linea ascendente, pari ad un incremento complessivo del 24,4%. Anche l´export vinicolo del 2004, in un contesto locale di crisi generalizzata, è riuscito non solo a mantenere ma anche ad accrescere la propria quota di export dell´8,3% rispetto al 2003.
Dei 149,43 milioni di euro esportati, il 70,5% sono di competenza dell´Unione Europea, a fronte del 29,5% da attribuire a paesi extra-UE25. Dal consolidamento e dal confortante incremento dei mercati tradizionali si deduce una notevole capacità competitiva oltre che un grosso impegno da parte delle imprese in termini di affermazione di qualità.
Quale mercato più importante per le aziende che esportano vini e distillati si conferma la Germania con acquisti per 43,95 milioni di euro, il 29,4% del totale, valore che si è mantenuto sui livelli del 2003.
E´ il Regno Unito però ad offrire maggiori possibilità di sviluppo: i 22,4 milioni di euro del 2004 rappresentano infatti il 15% della produzioni vinicola astigiana esportata (era solo del 6,8% nel 2001) e mettono in evidenza un incremento del 39,5% su base annua e del 224,7% rispetto al 2001.
In area europea hanno avuto un imponente slancio le esportazioni verso la Francia che, con 13,92 milioni di euro nel 2004, fanno rilevare, dal confronto annuale, una crescita del 63,74% anche se in parte si tratta di un recupero dal momento che rispetto al 2001 la variazione, pur sempre positiva si attesta su +48,9%.
Nell´Europa a 25 i progressi sono generalizzati a sola eccezione dei mercati belga (-19,4%) e greco (-12,3%). Su base 2003 si osservano consistenti aumenti in Olanda (+15,2%), Spagna (+24,4%), Austria (+ 23,1%), Svezia (+ 15,2%), Polonia (+88,4%), Repubblica Ceca (+24,7%), Ungheria (+48,8%). Assumendo come riferimento il 2001 è migliorato il giro di affari con l´Olanda (+37,0%), la Spagna (+63,6%), l´Austria (+51,1%), la Repubblica Ceca (+283,3%) a fronte di flessioni riscontrate in Belgio (-14,8%), Grecia (-1,8%), Svezia (-25,3%), Ungheria (-45,3%), Slovenia (- 41%).
Nel 2004 i clienti svizzeri si mantengono, con 8,85 milioni di euro, sui consueti livelli mentre il mercato russo, dopo il crollo del 2001, ha dato qualche segnale di ripresa.
Tra i paesi extra-UE a 25 il ruolo di mercato di maggior rilievo è rivestito dagli Stati Uniti con 19,48 milioni di euro, cioè il 13% dell´esportazione vinicola astigiana. Questo mercato, però, è reso ancora più vulnerabile dalla debolezza del dollaro e dai maggiori vincoli a seguito dalle misure antiterrorismo a cui sono sottoposti anche i prodotti alimentari. Un mercato così importante, comunque, non è stato trascurato, infatti le vendite di vino negli Stati Uniti nel 2004 sono lievemente aumentate (+2,5%) e, se si prende in esame l´andamento degli ultimi quattro anni, si rileva una costante ascesa con un aumento complessivo del 34,4%.
Stabile rispetto all´anno precedente, in lieve flessione sul 2001, l´export diretto verso il Canada, il cui valore ammonta a 1,56 milioni di euro in tutto, non evidenziando particolari sviluppi.
In Asia è di rilievo soprattutto il mercato giapponese con vendite di vino che ammontano a 8,03 milioni di euro; le variazioni positive dell´8,7% sul 2003 e del 22,5% sul 2001, denotano un certo progresso.
E´ sicuramente competitiva la produzione vinicola australiana e le conseguenze si notano anche nei tagli subiti dall´export astigiano che risulta solo più di 1,78 milioni di euro, il 60% in meno dello scorso anno.
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