MERCATO DEL LAVORO
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Disoccupazione al 31/12/2005
I dati relativi al mercato del lavoro registrati dal Centro per l'Impiego della Provincia di Asti al 31/12/2005 fanno registrare un totale di 12.477 iscrizioni riferite per 4.750 unità a uomini e 7.727 unità a donne. Ancora una volta la disoccupazione femminile si conferma superiore a quella maschile: 62% a fronte del 38%.
Raffrontando i dati al 31/12/2005 con lo stesso periodo dell'anno precedente, si rileva un calo del 9,5% delle iscrizioni. Le motivazioni non sono da imputare ad un reale calo della disoccupazione, ma, da un lato, alla progressiva attuazione della riforma del collocamento ordinario (Leggi 181/2000 e 297/2002) che prevede l'inserimento nelle liste di collocamento soltanto di coloro che sono immediatamente disponibili al lavoro e dall'altro al fatto che stanno cambiando i canali di inserimento nel mondo del lavoro per cui il Centro per l'Impiego non è più considerato come l'unica possibilità per trovare opportunità lavorative. Si vanno ad esempio diffondendo anche nelle realtà di provincia le agenzie interinali che consentono alle imprese di acquisire la manodopera necessaria senza instaurare un rapporto diretto con il lavoratore. Rispetto al 31/12/2004 si riscontra una diminuzione delle iscrizioni femminili più consistente rispetto a quelle maschili.
Dei 12.477 disoccupati registrati a fine 2005, l'83% è costituito da persone che hanno già lavorato e il restante 17% riguarda soggetti in cerca di prima occupazione. L'elevato numero di iscritti con precedenti esperienze lavorative induce ad alcune considerazioni: il dato conferma da un lato la difficile situazione congiunturale che nell'ultimo anno ha visto crescere il numero dei licenziamenti da parte di imprese in crisi o che si sono delocalizzate ed dall'altra il fatto che i rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono sempre meno frequenti, mentre crescono i contratti a termine che si esauriscono dopo brevi periodi.
Se si esaminano i dati disaggregati per classe di età, il 63% degli iscritti al Centro per l'Impiego ha più di 30 anni e con molta probabilità ha già maturato esperienze di lavoro, il 21% ha meno di 25 anni ed è rappresentato in maggioranza da persone in cerca della prima occupazione e il restante 16% si riferisce soggetti tra i 25 e i 29 anni.
Con riferimento al settore attività il 43% proviene dal terziario, il 22% dall'industria, il 2% dall'agricoltura e il restante 33% da altri settori. Gli operai non qualificati rappresentano il 39% degli iscritti, seguono gli impiegati (38%) e gli operai specializzati (23%).
Dinamica avviamenti-cessazioni
Gli avviamenti registrati dal Centro per l'Impiego relativi all'anno 2005 sono 18.559 di cui 9.915 riferiti a uomini e 8.644 a donne. Le cessazioni ammontano a 23.487, così ripartite: 12.659 uomini e 10.828 donne. Ne consegue un saldo di -4.928 unità, dato che evidenzia un trend negativo per il mercato del lavoro. Occorre però tenere presente che il saldo avviamenti/cessazioni rappresenta il movimento occupazionale complessivo e non corrisponde al numero effettivo di posti di lavoro. Oltre sette contratti su dieci sono infatti a tempo determinato e per brevi periodi tanto da non comportare neppure la cancellazione dagli elenchi del Centro per l'Impiego. Il mercato del lavoro offre infatti meno stabilità e i lavoratori devono adeguarsi alla condizione di precarietà derivante dalla difficoltà di trovare un posto di lavoro a tempo indeterminato.
Dall'esame degli avviamenti sotto il profilo del settore di attività, il terziario assorbe più del 50% delle assunzioni ma si tratta per l'80% di posti di lavoro a tempo determinato di durata molto breve, tale da non determinare la cancellazione dalle liste di collocamento. Gli avviamenti senza cancellazione costituiscono la quasi totalità per il settore agricolo che rappresenta il 12% circa delle assunzioni complessive. L'industria con 5.435 nuovi posti di lavoro assorbe il 30% del totale avviamenti dei quali più della metà per brevi periodi. Le assunzioni nella pubblica amministrazione rappresentano soltanto l'1,6% e sono pressoché tutti a termine. Gli avviamenti nel terziario e nella pubblica amministrazione hanno riguardato in maggioranza donne, mentre nell'industria e in agricoltura prevalgono le assunzioni maschili.
Esaminando i dati relativi alle cessazioni, il settore di attività che conta il maggior numero di interruzioni di rapporti di lavoro è il terziario (13.502, pari al 57% del totale complessivo) facendo rilevare un saldo avviamenti-cessazioni pari a -2.867. Segue l'industria che registra 7.628 interruzioni di rapporti di lavoro e un saldo avviamenti-cessazioni negativo (-2.193). L'agricoltura e la pubblica amministrazione evidenziano un saldo positivo se pur di poche unità.
Per quanto riguarda la tipologia contrattuale il 77,3% delle assunzioni sono a tempo determinato, il 16,7% si riferisce a contratti part-time e soltanto il 6% riguarda contratti a tempo indeterminato. Rispetto allo scorso anno è cresciuta la percentuale dei contratti a tempo determinato.
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