INDUSTRIA
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Andamento congiunturale industria
I risultati della 138° indagine congiunturale sull'industria manifatturiera, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con le Camere di Commercio piemontesi evidenziano per la provincia di Asti nel primo trimestre 2006, una variazione tendenziale della produzione (risultante dal confronto con lo stesso trimestre dell'anno precedente) del 4,6%. Asti registra un incremento produttivo lievemente al di sopra della media regionale e si colloca al quarto posto tra le province piemontesi, preceduta da Verbania, Biella e Torino.
Il dato positivo registrato nei primi tre mesi dell'anno, dopo diversi trimestri all'insegna della stazionarietà, lascia sperare in una graduale e costante ripresa produttiva.
Tutti i settori di attività hanno manifestato un andamento positivo della produzione. I risultati più incoraggianti sono stati registrati dalle imprese del settore meccanico ed elettromeccanico (+7,5%), dalle industrie vetrarie, del legno e mobili, della carta, stampati, editoria e del tessile abbigliamento che in media hanno fatto segnare un incremento produttivo del 5,2%. Risulta invece più contenuta la variazione della produzione per il comparto alimentare (+2,5%) e per quello della chimica e della gomma (+0,4%).
Con riferimento alla classe dimensionale, le imprese di piccole dimensioni (da 10 a 49 addetti), con una variazione tendenziale della produzione pari a -0,3%, manifestano maggiori difficoltà. Le imprese di grandi dimensioni, in controtendenza con l'andamento registrato nei quattro trimestri precedenti, registrano invece una variazione positiva.
Variazione % della produzione rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente
La rilevazione congiunturale del primo trimestre 2006 ha previsto nuove elaborazioni dei dati secondo la metodologia adottata dall'Istat. In particolare è stato calcolato un numero indice della produzione industriale piemontese con base anno 2000=100 a cui è stata applicata una correzione per giorni lavorativi e un procedimento standard di destagionalizzazione.
Nel primo trimestre 2006 l'indice di produzione industriale con base anno 2000=100 è stato pari a 109,5, con un incremento, come già indicato, del 4,6%. L'indice di produzione corretto per giorni lavorativi ha registrato un aumento del 3,4% (i giorni lavorativi sono stati 64 contro i 62 del 2005), mentre l'indice della produzione destagionalizzato risulta pari a 109,7 e ha fatto registrare, rispetto al trimestre precedente una variazione della produzione dell'1,3%.
Indice della produzione industriale (base anno 2000=100) nel I trimestre 2006
L'indagine congiunturale prende in esame anche altri indicatori relativi alla produzione industriale quali il grado medio di utilizzazione degli impianti che nel 1° trimestre 2006 si attesta al 75%, dato lievemente inferiore a quello rilevato nei due trimestri precedenti, ma superiore di quasi due punti rispetto all'analogo trimestre dell'anno precedente.
La percentuale di vendite all'estero è pari al 30,61% a fronte del 29% registrato nel 1° trimestre 2005. Anche i nuovi ordinativi dall'estero registrano un incremento percentuale del 9,5% rispetto al trimestre precedente e compensano il calo riscontrato per gli ordinativi interni. Il positivo andamento del mercato estero contribuisce alla ripresa produttiva e lascia ben sperare in un graduale miglioramento della situazione congiunturale provinciale.
L'occupazione registra un aumento dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, variazione che, se pur contenuta, costituisce un altro segnale incoraggiante.
Le previsioni delineate dagli operatori per il periodo aprile-settembre 2006 sono più ottimistiche rispetto ai giudizi espressi nei trimestri precedenti. Migliorano le aspettative per tutti gli indicatori presi in esame. Per quanto riguarda la produzione il 44,2% degli intervistati prevede stazionarietà, il 44,9% si attende un trend di crescita, mentre il 10,9% prospetta una flessione (il saldo ottimisti/pessimisti è positivo per 34 punti percentuale). Risultano più ottimistiche le previsioni per il mercato estero rispetto a quello interno con il 47,9% degli operatori che prevede una crescita delle vendite all'estero a fronte del 38,8% che giudica in aumento la domanda interna. Le attese sul mercato del lavoro sono improntate alla cautela con l'84,2% degli intervistati che prospettano un periodo di stazionarietà. Il 14,3% esprime previsioni di crescita occupazionale, mentre l'1,5% si aspetta una diminuzione.
Anche per quanto riguarda i prezzi di vendita la maggioranza dei giudizi propende per la stazionarierà, il 26% prospetta un aumento e soltanto il 4% ipotizza una flessione.
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