COMMERCIO ESTERO
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Import - export anno 2005
Il commercio estero della provincia di Asti per l'anno 2005 è consistito in un totale di 969.606.534 euro per l'export e di 620.044.806 euro per l'import. Tali valori, rapportati all'interscambio regionale, rappresentano il 3% delle esportazioni ed il 2% delle importazioni e collocano la provincia di Asti al penultimo posto tra le otto province piemontesi, seguita solo dal Verbano-Cusio-Ossola .
Il raffronto con l'anno precedente evidenzia un incremento del 3,7%, incoraggiante se rapportato al dato regionale che è limitato all'1,6%, in linea con quello riscontrato a livello nazionale (4%), sottodimensionato se paragonato al ritmo di crescita del Nord-Ovest che ha raggiunto il 5,6%.
In termini di tassi di variazione, rispetto alle altre province del Piemonte, Asti si colloca al terzo posto nella graduatoria delle esportazioni, preceduta da Novara (+9,5%) e da Alessandria (+5,3%) e seguita da Biella (3,4%), Cuneo (+3%), Torino (-0,8%), Vercelli (-1,1%) e Verbania (-7,2%)
Negli ultimi dieci anni l'export astigiano ha delineato una curva ascendente, con un unico cedimento registrato nel 2004, peraltro recuperato nel 2005 con una variazione positiva, rispetto all'anno precedente, del 3,7%.
Le importazioni, ammontanti a 620 milioni di euro, fanno invece rilevare una flessione del 3,5%. Le principali voci di import sono nel comparto metalmeccanico (41,6%), nella chimica, gomma, plastica (20,7%), nel tessile-abbigliamento (12,3%) e nei prodotti alimentari (10,9%). Più del 77% degli acquisti dall'estero è scaturito da relazioni commerciali con i Paesi dell'Unione Europea.
La prevalente piccola dimensione aziendale che caratterizza la struttura produttiva astigiana costituisce un freno all'apertura al commercio estero: nel 2004, più recente dato disponibile, il rapporto dell'import-export sul valore aggiunto era del 32,6%, valore modesto se raffrontato sia a quello nazionale (45,2%), sia a quello regionale (51,2%). Tale rapporto si è ridimensionato rispetto al 2000 di 1,8 punti ma si rileva una maggior flessione nel Piemonte (-4,6 punti) ed in Italia (2,8 punti).
La propensione all'export può essere misurata dal rapporto tra l'export totale e il valore aggiunto totale, valore che per la provincia di Asti è pari al 19,3%, non soddisfacente se posto a confronto ad una media regionale del 29,5% e ad una media nazionale del 22,5%. Nel medio periodo si constata un ridimensionamento di 2,5 punti, un po' meno del dato regionale (-2,7) ed un po' di più di quello italiano (-1,6). Anche la propensione all'estero del settore manifatturiero (export manifatturiero su valore aggiunto manifatturiero), per Asti del 94,5%, è sensibilmente inferiore sia alla media regionale (113,1%), sia a quella nazionale (101,4%), pur evidenziando una lieve crescita rispetto al 2000 (+0,9) in controtendenza con un dato nazionale che tende alla flessione.
Import-Export per prodotti
L'aggregazione delle esportazioni provinciali secondo la tassonomia di Pavitt che considera il contenuto tecnologico dei beni commercializzati, mette in luce che il 58,4% delle esportazioni astigiane è rappresentato da prodotti tradizionali e standard confermando la forte incidenza della produzione tipica e tradizionale nella caratterizzazione dell'economia locale.
Nell'esportazione di prodotti specializzati la provincia di Asti raggiunge il 41,4% del totale provinciale, si allinea pertanto a quella nazionale (41,9%), ma si colloca al di sotto di quella regionale (44,6%).
Dalla classificazione per macrosettore risulta che il settore metalmeccanico assume il maggior peso, con una valore di 596 milioni di euro, il 61,4% dell'export astigiano, a fronte di un analogo rapporto a livello regionale del 60%. Il settore alimentare, ed in particolare il vinicolo, hanno contribuito all'export per 214 milioni di euro, il 22% del totale, una consistenza elevata soprattutto se si considera che l'analogo dato nella regione rappresenta il 7,7% ed in Italia il 5,4%. Con 78,7 milioni di euro è ragguardevole il fatturato estero della "chimica-gomma-plastica" sebbene la quota sul totale, pari all'8,1%, sia notevolmente inferiore al peso che l'export del comparto assume nella regione (14%) e nella nazione (17,2%). Tenendo conto che il sistema moda locale è sostenuto solo da piccole imprese assume rilievo la relativa quota di vendite all'estero che, con 34,8 milioni di euro, rappresenta il 3,6% del totale provinciale a fronte di un rapporto medio regionale del 9,7% e di un peso nazionale del 13%.
Nell'ambito del settore metalmeccanico manifestano una maggior propensione all'estero i produttori di macchine ed apparecchi meccanici, comparto che, nel 2005, ha esportato per un valore di 248 milioni di euro, il 25,6% del totale astigiano. Tale quota si riferisce in modo
particolare alle esportazioni di impianti e di linee di produzione per il confezionamento e l'imballaggio di bevande, ma anche a macchine per impieghi speciali ed a macchine utensili; il settore manifesta una dinamica di aumento del mercato estero particolarmente accentuata nel 2005, anno in cui rileva un incremento di quasi il 10% rispetto al 2004, mentre nell'intero periodo preso in considerazione rileva una crescita del 15,5%.
Anche la produzione di metalli e la costruzione di prodotti in metallo manifesta un trend di crescita: con 130 milioni di euro il relativo export è aumentato del 35% rispetto al 2002 e rappresenta il 13,4% dell'export provinciale.
Con un fatturato estero di 115 milioni di euro risulta invece in sensibile flessione il mercato estero dell'elettromeccanica, comparto che nel 2002 costituiva quasi il 15% delle esportazioni, mentre nel 2005, esso rappresenta solo più il 12%, pur avendo fatto registrare un sensibile aumento sul 2004 (+15%).
Parabola discendente anche per i mezzi di trasporto, costituiti principalmente da parti ed accessori per autoveicoli, il cui export è passato dai 152 milioni di euro del 2002 ai 103 milioni di euro nel 2005, con una perdita di quote di mercato del 32%.
I prodotti alimentari astigiani fanno rilevare, con 214 milioni di euro di vendite all'estero, +2,8% su base annua e +17% sul 2002, una buona capacità di affermazione all'estero. Il punto di forza si conferma nei vini e distillati che, con 153,4 milioni di euro, mantengono i livelli del 2004, annata record per l'export di vino mentre, rispetto al 2002, mettono in evidenza una crescita del 20%.
Appare in ripresa, dopo una caduta nel 2003, il commercio estero di dolciumi, cioccolato e pasta alimentare (voce "altri prodotti alimentari"): con 27,5 milioni di euro le relative vendite sono aumentate del 37% su base annuale.
E' inoltre consistente, con un fatturato estero di 25,5 milioni di euro nel 2005, l'esportazione di preparati e conserve.
Il mercato estero si presenta in rilevante espansione per i prodotti chimici e per le produzioni in gomma e materie plastiche, entrambi con un export di 39 milioni di euro; nel periodo considerato, le industrie chimiche hanno raddoppiato le vendite oltrecortina, la produzione di articoli in gomma e materie plastiche mette in evidenza un aumento del 30%.
Il settore abbigliamento, da quattro anni a questa parte ha recuperato posizioni fino a raggiungere, nel 2005, quota 23 milioni di euro, più di tre volte il valore esportato nel 2002, mentre il tessile sembra avvertire maggiormente la forte concorrenza dei Paesi emergenti: i 12 milioni di euro del 2005 risentono infatti della flessione del 42% sul 2002 e del 27% sul 2004.
Si è ridotto notevolmente il movimento con l'estero dei minerali non metalliferi che, con 16,4 milioni di euro, il 40% in meno dell'anno precedente, costituiscono solo più il 50% del valore esportato nel 2002. Questa area produttiva comprende principalmente la produzione di bottiglie in vetro.
Le esportazioni del settore legno non sono particolarmente rilevanti: solo 13,3 milioni di euro che però manifestano un trend di crescita a partire dal 2003 (+16,7% nel triennio).
Dall'analisi delle principali voci di import si rilevano le seguenti dinamiche:
- i prodotti chimici, con importazioni per 99,7 milioni di euro, il 16,1% del totale, sono aumentati dell'11,2% sul 2004 e del 27% sul 2002;
- gli acquisti dall'estero di macchine elettriche, ammontanti a 86,7 milioni di euro, il 14% del totale, sono lievemente aumentati rispetto al 2004 (+4,3%); dal confronto con il 2002 si osserva una flessione del 22%;
- le macchine e gli apparecchi meccanici costituiscono la terza voce di costo; nel 2005 le importazioni sono risultate di 71 milioni di euro, hanno un peso sul totale dell'11,5% e nell'anno in esame sono aumentate del 34,5% con un'inversione di tendenza rispetto al trend manifestato negli anni 2003 e 2004;
- la bolletta alimentare è ammontata a 67,3 milioni di euro, il 10,9% del totale import e su base annua è decisamente diminuita (-28%); sul 2002 fa registrare un aumento del 14%;
- le importazioni di auto ed accessori, 46,7 milioni di euro nel 2005, sono aumentate del 68% rispetto al 2004 e del 74% dal confronto con il 2002.
Import-Export per Paesi
La prevalente piccola dimensione del contesto imprenditoriale astigiano ha un notevole impatto nella destinazione dei prodotti esportati: la maggior parte delle esportazioni locali, il 69,7%, è infatti diretta nei 15 Paesi dell'Unione Europea, mentre a livello regionale e nazionale questa percentuale si riduce rispettivamente al 59,8% ed al 52,9%. Nei 10 Paesi new entry dell'Unione Europea, la quota fatturata dagli operatori astigiani rappresenta il 6,2% a fronte del 7,5% del Piemonte e del 5,8% dell'Italia. Negli altri Paesi europei si dirige il 7% dei prodotti locali esportati, tale percentuale sale all'11,3% per la Regione ed al 12,7% per l'Italia.
Con un made in Asti rivolto per l'83% in Europa, nei Paesi extraeuropei le vendite rappresentano solo il 17% del fatturato estero. Le quote di mercato che si riferiscono al Nord America (44,4 milioni di euro, il 4,57% del totale) sono lievemente inferiori a quelle del sud-est asiatico (44,5 milioni di euro, il 4,59%). Nei Paesi dell'Africa le imprese astigiane, con 36,1 milioni di euro, detengono una quota che, con una proporzione sul totale del 3,7%, è superiore all'aliquota regionale che è pari al 2,9%, mentre in America Centrale e Meridionale e nel vicino e Medio Oriente gli acquisti rappresentano solo l'1,6% delle esportazioni della provincia, rapporto inferiore rispetto a quelli del Piemonte e dell'Italia.
La Francia ha rappresentato, fino al 2004, il miglior mercato di sbocco del made in Asti, nel 2005 il primato è stato conquistato dalla Germania con acquisti per un valore di 200,14 milioni di euro, il 22% in più dell'anno precedente, incremento che ha ampiamente recuperato i cedimenti accusati negli anni 2003 e 2004. Il mercato tedesco è rilevante per la produzione vinicola, che copre il 25% dell'export diretto in Germania, per i macchinari (22%), per i motori e generatori (10,9%) e per parti ed accessori per autoveicoli (10%).
Le vendite in Francia risultano in flessione da due anni a questa parte e sono ammontate, nel 2005, a 192,8 milioni di euro, il 4,6% in meno del 2004; rispetto al 2002 si registra un minor valore di 10 milioni di euro pari ad una flessione del 5%. Il mercato francese è il mercato estero più vicino, ragione per cui quasi tutte le aziende esportatrici astigiane hanno clienti in Francia; da ciò deriva un export frammentato in una moltitudine di prodotti: quelli più rappresentati sono i tubi in metallo (15,8%), parti ed accessori per autoveicoli (12%), macchinari (9%), articoli di abbigliamento (7,6%), motori e generatori (6%), vini e distillati (5,4%).
Perde un po' di consistenza l'export nel Regno Unito: con 89 milioni di euro tale mercato si è ridotto del 5% su base annua ed è inferiore del 3,7% a quello risultante nel 2002.
Si presentano invece in ripresa le vendite in Spagna, pari a 75,7 milioni di euro, il 7,8% del totale export, le quali, a seguito di una sensibile flessione nel 2004, nell'anno in esame fanno registrare un recupero dell'11%.
Tra i restanti Paesi UE si osservano esportazioni rilevanti in Austria con 22,8 milioni di euro, Polonia (20,6 milioni), Olanda (18,8 milioni), Belgio e Lussemburgo (16,7 milioni). In tutti questi Paesi si registrano progressi, con percentuali di aumento particolarmente elevate per Austria e Polonia.
In Europa, nei Paesi extra UE, le imprese astigiane esportano soprattutto in Svizzera (19,7 milioni di euro, il 2% del totale) dove si osserva un andamento di flessione rispetto all'anno precedente (-6%) ma, rispetto al 2002, si rileva una crescita (+13,2%). Anche Turchia e Russia, con fatturati rispettivamente di 12,30 (1,3%) e 10,3 milioni di euro (1,1%), mettono in evidenza una flessione sul 2004 (accentuata per la Turchia e lieve per la Russia) ed un forte aumento nel medio periodo (+41,7% e +73,3%).
In Nord America il mercato estero si delinea in ripresa con vendite negli Stati Uniti per 39,2 milioni di euro, in recupero del 7,8% sul 2004 e dell'8,6% sul 2002.
Nell'America del Sud il Brasile mantiene la sua quota di acquisti di prodotti astigiani di circa 5 milioni di euro, mentre risultano in deciso incremento le esportazioni dirette in Argentina, il cui valore è triplicato rispetto a quello del 2002.
Il mercato orientale, nel 2005 appare in inversione di tendenza rispetto alla dinamica del 2004 e vede la Cina quale contraente principale con 11,4 milioni di euro (-24%), seguita dal Giappone con 10 milioni di euro (-19%) e dall'India con 5,1 milioni di euro (-4,2%). Dal confronto con il 2002 si rilevano vendite in forte espansione in Cina (+69%) ed in India (+54%).
In Australia l'export ammonta a 8 milioni di euro: nel 2005 si evidenza una sensibile crescita (+26%), tale da compensare i cedimenti rilevati nel 2004.
Sul fronte delle importazioni Francia, Germania e Belgio si confermano quali più importanti mercati di approvvigionamento rispettivamente con 125 milioni di euro, 106 milioni di euro e 105 milioni di euro. Le importazioni dal Belgio sono cresciute nel 2005 a tassi particolarmente rilevanti (+34,5%).
Continuano a crescere anche le importazioni di prodotti cinesi: nel 2005 sono ammontati a 49,5 milioni di euro, facendo registrare un incremento di quasi il 40% rispetto al 2004.
Le esportazioni di vini, vermouth, spumanti e distillati
Nonostante una generale crisi di mercato, le vendite oltrecortina di vini, spumanti e distillati hanno mantenuto, con 153,37 milioni di euro, i livelli del 2004. I dati, messi a confronto con il 2002, a seguito dell'andamento positivo degli anni precedenti, mettono in luce un progresso del 20,2%.
Le esportazioni vinicole sono dirette per il 71% all'interno dell'Unione Europea, contro un rapporto del 76% rilevato per la totalità dei prodotti esportati della provincia di Asti; di conseguenza aumentano lievemente, passando dal 28,6% del 2004 al 29,1% del 2005, le esportazioni nei paesi extra UE.
Accresce la quota destinata alla Germania: con quasi 50 milioni essa rappresenta il 32,5% del valore totale del vino e delle grappe esportate. Il mercato tedesco manifesta un confortante tasso di crescita annua ed ha conseguito, nei quattro anni considerati, un surplus di quasi il 20%.
Per valore esportato, in ambito europeo, segue il mercato inglese che raggiunge quasi 19 milioni di euro, il 12,2% del totale. Tale mercato su base annua si è ridimensionato del 16,9%, ma negli anni precedenti aveva fatto registrare una crescita considerevole; si osserva infatti, rispetto al 2002, un aumento del 62%.
Per i vini locali il terzo importante mercato europeo è quello svizzero che, nel 2005, ha acquistato prodotti vinicoli astigiani per un totale di 9,3 milioni di euro, facendo rilevare un incremento del 5% rispetto al 2004.
Acquisisce consistenza anche il mercato statunitense che, con 21,3 milioni di euro, rappresenta il 13,9% dell'export vinicolo; il fatturato 2005 è superiore del 9,4% rispetto al 2004 e del 19,6% sul 2002.
In Giappone, a cui compete, con 6 milioni di euro, il 4% del totale export vinicolo, si rileva invece, rispetto al 2004, una flessione del valore esportato del 24%.
L'Australia sembra limitare gli approvvigionamenti di vini astigiani: il relativo export si è infatti ridotto del 7,8% rispetto all'anno precedente e del 56% nel quadriennio
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