COMMERCIO
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Consistenza degli esercizi commerciali, degli alberghi e ristoranti della provincia di Asti
La rete distributiva della provincia di Asti fa rilevare una dinamica di continua crescita: al 30 giugno 2006 risultano 7.180 imprese, il 2,2% in più della stessa data dell'anno precedente.
Il settore è costituito da 5.846 sedi d'impresa e da 1.334 unità locali, le prime hanno evidenziato un tasso di aumento dell'1,9%, le seconde del 3,8%.
Il commercio al dettaglio si articola in 3.529 punti di vendita, 2.836 sedi di impresa e 693 unità locali, l'1,3% in più su base annua.
Gli esercizi che trattano il commercio all'ingrosso sono 1.135, di cui 839 sedi e 296 unità locali, 21 unità in più rispetto al 30.6.2006 (+1,3%).
Più stabile la situazione degli intermediari (+0,3%) comprendenti 876 sedi di impresa e 40 unità locali.
Per il commercio di auto, moto, accessori e carburante, dal movimento iscrizioni-cancellazioni, risultano sette unità in più (+1,6%).
La dinamica delle imprese si evolve in particolar modo nella sfera "turistica": si nota infatti che le strutture ricettive (alberghi, agriturismi, campeggi) della provincia di Asti sono ben 141 e che dal confronto annuale risultano 35 nuove unità (+33%).
Cresce a ritmi sostenuti anche la ristorazione (bar, gelaterie, ristoranti, pizzerie), comparto che, con 1.015 insediamenti e 43 unità in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mette in rilievo un aumento del 4,5%.
Secondo l'inchiesta condotta dall'ISAE su un campione di imprese della piccola e grande distribuzione, tra gennaio e giugno 2006, si ravvisa un aumento del pessimismo tra gli operatori riguardo alle aspettative sull'andamento degli affari; si denunciano inoltre scorte in accumulo. Il deterioramento del clima è da attribuirsi alle imprese della distribuzione tradizionale mentre si conferma stabile la distribuzione "moderna".
Anche nei confronti dei consumatori l'ISAE rileva una diminuzione dell'ottimismo derivante dal clima generale del paese e dalle aspettative a breve termine. Dall'indagine emergono preoccupazioni sulle minacce inflazionistiche che possono derivare dall'aumento delle tariffe energetiche. Nel contempo sono però favorevoli i giudizi sulla convenienza ad acquistare beni durevoli.
Nell'ultimo anno, la variazione del costo della vita è stata del 2,1%, percentuale probabilmente non adeguata al rialzo del costo del greggio e delle altre materie prime: si ha ragione di ritenere che le imprese abbiano limitato i rincari sia per la situazione di stallo dei consumi, sia per la concorrenza subita sul mercato interno da parte delle produzioni dei paesi emergenti.
Dall'indagine condotta da Unioncamere sulle piccole e medie imprese commerciali si rileva, per il Piemonte, nel secondo trimestre 2006 e rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, un aumento delle vendite dello 0,3%, grazie esclusivamente alla grande distribuzione (+2,7%). Per la piccola distribuzione l'andamento delle vendite risulta in diminuzione dell'1,8% e la situazione delle giacenze è giudicata esuberante dal 14% degli operatori a fronte di un 2% denunciato dalla GDO. Per il prossimo trimestre il 63% degli intervistati della grande distribuzione prevede un aumento delle vendite mentre a livello di piccola distribuzione gli ottimisti si limitano al 42%.
Per settore di attività e con riferimento al Nord-Ovest si conferma il buon andamento di ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+1,3%) e crescono, seppur lievemente, le vendite nel commercio al dettaglio di prodotti alimentari (+0,5%) mentre risulta in lieve flessione il commercio al dettaglio di prodotti non alimentari (-0,4%).
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