INDUSTRIA
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Andamento congiunturale industria
La produzione industriale della provincia di Asti nel IV trimestre 2006 ha registrato un incremento rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente dell'1,1%, variazione che, se pur positiva, evidenzia un rallentamento rispetto ai risultati del trimestre precedente. Tuttavia altri indicatori, quali il fatturato e i nuovi ordinativi sia interni, sia esteri, mettono in luce buone premesse circa l'andamento produttivo nel breve termine.
Sono questi i principali risultati emersi dalla 141ª "Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera piemontese" condotta da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici Studi delle Camere di Commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nel mese di gennaio con riferimento al periodo ottobre-dicembre 2006 e ha coinvolto 1.028 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 96.676 addetti e un valore pari a 43,3 miliardi di euro di fatturato.
Esaminando i dati nel dettaglio emerge per la provincia di Asti una buona performance dell'industria meccanica ed elettromeccanica che registra un incremento produttivo del 9%. Segnano invece una battuta d'arresto gli altri settori di attività. Il comparto alimentare evidenzia un calo produttivo del 4,1%, le industrie chimiche e della gomma registrano una flessione del 4,5%, mentre risulta stazionario l'andamento per le altre industrie manifatturiere.
Con riferimento alla classe dimensionale, le industrie di piccole dimensioni (da 10 a 49 addetti) denunciano incrementi produttivi del 4,9%, incrementi che salgono al 10% nelle imprese di grandi dimensioni (da 250 addetti in su), mentre risulta in flessione la produzione per le imprese da 50 a 249 addetti (2,3%).
L'andamento produttivo astigiano relativo al 4° trimestre 2006 si colloca al di sotto della media regionale, pari al 4%, e dei risultati conseguiti dalle altre province piemontesi. Osservando i dati su base annua, la provincia di Asti registra un incremento produttivo medio dell'1,9% classificandosi al penultimo posto della classifica regionale seguita da Novara. Il primo trimestre dell'anno ha evidenziato la crescita più elevata (+4,6%), il secondo trimestre ha segnato una battuta d'arresto a cui è seguita una ripresa nell'ultimo semestre.
Il grado medio di utilizzazione degli impianti si è attestato a 76,3% e la percentuale di vendite all'estero ha raggiunto il 34,5% registrando un lieve incremento rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente.
Fatturato e nuovi ordinativi evidenziano risultati positivi. Il volume d'affari nel 4° trimestre è infatti cresciuto del 7% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, gli ordini dal mercato interno evidenziano un aumento del 33,8%, da imputare soprattutto al settore alimentare con particolare riferimento alla produzione di bevande che registra, negli ultimi mesi dell'anno, elevati volumi di vendita dovuti agli approvvigionamenti per il periodo natalizio. Il mercato estero evidenzia una crescita del 6,2%.
L'occupazione, che nei primi nove mesi dell'anno non aveva dato risultati di segno negativo, fa segnare una flessione dello 0,3%.
Variazione % della produzione rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente
L'indice della produzione industriale
A partire dal 2006, Unioncamere Piemonte ha deciso di effettuare elaborazioni specifiche sui dati congiunturali, uniformandosi alla metodologia adottata dall'Istat. In particolare, è stato calcolato un numero indice della produzione industriale piemontese con base anno 2000=100 al quale è stata applicata una correzione per giorni lavorativi e un procedimento standard di destagionalizzazione (con il software Tramo-Seats).
Nel IV trimestre 2006 l'indice grezzo della produzione industriale con base anno 2000=100 è stato pari a 113,4 con un incremento, come già evidenziato in precedenza, dell'1,1% rispetto al IV trimestre del 2005.
L'indice della produzione corretto per giorni lavorativi ha registrato, invece, un aumento dell'1,57% (i giorni lavorativi sono stati 61 contro i 62 del 2005), mentre l'indice della produzione destagionalizzato è stato pari a 110,1 e ha determinato una variazione rispetto al trimestre precedente pari a -0,27.
Indice della produzione industriale (base anno 2000=100) nel IV trimestre 2006
Prospettive future
Le previsioni espresse dagli imprenditori astigiani con riferimento al primo semestre 2007 lasciano intravedere un certa fiducia circa le prospettive nel breve termine. Il 40,8% degli operatori prevede infatti una crescita produttiva a fronte del 22,5% che prospetta un calo. Per quanto riguarda gli ordinativi le previsioni sono positive in particolare per il mercato estero. Il 48% degli operatori si aspetta infatti un incremento della domanda estera, contro il 32,4% che prevede stazionarietà e del 18,6% che ipotizza un calo delle vendite all'estero. Per quanto riguarda la domanda interna il 31,4% degli intervistati prospetta una crescita, mentre il 21,3% si attende un calo.
I giudizi sull'occupazione sono improntati alla cautela con il 70% degli operatori che prevede una situazione stazionaria. Tuttavia il saldo tra giudizi ottimisti e pessimisti è pari a +4,8% ed evidenzia un miglioramento delle aspettative rispetto al trimestre precedente.
Per quanto riguarda i prezzi di vendita il 62% del campione non prevede aumenti, il 32,4% afferma di voler incrementare i prezzi, mentre soltanto il 5,5% ipotizza una flessione. Cresce rispetto al trimestre precedente il numero degli operatori che prevedono di aumentare i prezzi di vendita.
Indagine sugli investimenti anno 2006
Come di consueto l'indagine congiunturale riferita al 4° trimestre prevede anche la rilevazione di dati relativi agli investimenti effettuati dalle imprese nel corso dell'anno.
Nel 2006 è cresciuto il numero delle aziende che non hanno effettuato investimenti passando dal 3,8% del 2005 al 14,3%. Sotto il profilo della consistenza, emerge che oltre un quarto delle imprese ha effettuato investimenti per somme inferiori a 25.000 euro. Il 18,8% ha sostenuto investimenti tra 25.000 e 100.000 euro, a fronte di una percentuale del 38,5% nel 2005. Cresce lievemente il numero di imprese che hanno intrapreso investimenti di valore compreso da 100 a 250 mila euro e oltre i 500 mila euro, mentre rimane pressoché invariato rispetto all'anno precedente il numero delle imprese che hanno sostenuto investimenti tra i 250 e i 500 mila euro.
Per quanto riguarda il settore di attività, un consistente numero di imprese del settore chimico, produzione gomma e plastica (45%) e del settore metalmeccanico (31,6%) ha effettuato investimenti inferiori a 25 mila euro. Il settore alimentare e bevande è quello che conta il maggior numero di imprese che hanno sostenuto investimenti superiori a 500 mila euro (17,8%).
Considerando la classe dimensionale, le aziende da 10 a 49 addetti intraprendono programmi di investimento meno cospicui: il 50% investe somme non superiori a 100 mila euro e il 15,9% dichiara di non aver effettuato investimenti. Tutte le imprese del campione con più di 50 addetti hanno sostenuto investimenti che nel 69% dei casi hanno superato l'importo di 500 mila euro.
L'81% delle aziende ha dichiarato di aver investito per il rinnovo di macchinari e attrezzature, il 48% per mobili d'ufficio, automobili, ecc., il 39% per l'acquisto di elaboratori ed attrezzature, il 20% per impianti fissi, il 18,5% in fabbricati per usi produttivi ed il 13% in fabbricati per altri usi. Le imprese che hanno intrapreso programmi di ricerca e sviluppo sono il 18,7%, e costituiscono una quota inferiore rispetto al 2005.
Tra le finalità più frequenti troviamo gli investimenti destinati alla sostituzione di impianti (55% delle imprese), al miglioramento qualitativo dei prodotti (40%), al miglioramento dell'efficienza dei processi produttivi, della capacità produttiva e della gestione aziendale. Il 16% delle aziende ha dichiarato investimenti per l'introduzione di nuovi prodotti, mentre soltanto il 7,3% ha sostenuto investimenti finalizzati al risparmio energetico. Le previsioni per il 2007 vedono salire il numero delle imprese che prospettano investimenti destinati ad aumentare la capacità produttiva (45%) e al conseguimento di risparmio energetico (15%).
Per quanto riguarda i canali di finanziamento il 67,7% delle aziende dichiara di ricorrere all'autofinanziamento, il 62,8% al credito bancario e soltanto il 26,3% al credito agevolato.
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