ARTIGIANATO
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Consistenza, movimento anagrafico e forma giuridica delle imprese artigiane della provincia di Asti
All'Albo Artigiani della Camera di Commercio di Asti, al 30 giugno 2007, risultavano iscritte 7.068 imprese. Rispetto alla stessa data dell'anno precedente il totale delle imprese artigiane ha evidenziato una lieve variazione (+0,6%).
La situazione manifesta però dinamiche differenziate per categoria. Tra quelle in maggiore evoluzione si osserva quanto segue:
- continua a lievitare il numero delle imprese del settore edile, che ha raggiunto il numero di 3.293 unità iscritte, con una saldo positivo di 81 imprese (+2,5%) su base annua,
- persiste il trend di crescita del comparto alimentare: con 371 imprese si rileva un tasso di sviluppo annuo del 3,3%,
- si notano nuove attività nell'ambito del metalmeccanico, in particolare, nella fabbricazione di prodotti in metallo il saldo è attivo per 4 unità (+0,9%) e per i macchinari e gli apparecchi meccanici si rileva una variazione positiva di 16 unità (+7,7%),
- è rilevante il tasso di crescita dei servizi sociali: con 6 nuove iscrizioni si registra un aumento del 19%.
Nel contempo si osservano ambiti produttivi particolarmente vulnerali alle difficoltà del mercato. La situazione appare particolarmente critica per le attività di autotrasporto che denunciano 32 cessazioni, pari ad un tasso di diminuzione annuo del 6,7%.
Il settore perde inoltre ulteriore consistenza nell'ambito del tessile abbigliamento, dove le imprese sono solo più 124, il 5,3% in meno del 30 giugno 2006, nell'elettromeccanica, dove si rileva una flessione di 20 unità, pari ad una diminuzione delle imprese dell'11%, nella lavorazione dei minerali non metalliferi (-5%), nella lavorazione del legno (-1,4%), nelle riparazioni (-2,5%) e nei servizi alle imprese (-1,5%).
Dall'indagine di Confartigianato Piemonte risultano segnali poco incoraggianti sulle prospettive a breve termine. Il saldo relativo alla produzione totale è ancora negativo (-35), anche se migliore di quello del trimestre precedente (-10%). La stessa tendenza si riscontra per i nuovi ordini (-1,7%) e nel contempo diminuiscono le imprese che prevedono un carnet ordini superiore ai tre mesi, passando dall'8,8% all'attuale 6,2%. Si registra una forte riduzione delle aspettative di incassi regolari: dal 55% all'attuale 40%.
Le previsioni di investimenti per ampliamenti scendono dal 5% all'attuale 4,2%. Quelle in sostituzioni sono in diminuzione, passando dal 9% al 6%.
Anche sul fronte dell'andamento occupazionale il saldo è negativo (-1,5%). Le imprese che intendono assumere manodopera specializzata scendono dal 3,6% all'attuale 3%; anche coloro che prevedono di acquisire manodopera generica sono in diminuzione passando dal 3% al presente 1,5%.
Da parte degli operatori si lamenta un eccessivo peso della burocrazia, adempimenti tributari gravosi, un inatteso aumento della pressione fiscale. Relativamente agli indici di normalità economica introdotti negli Studi di settore, si denuncia una artificiosa e retroattiva crescita del numero delle imprese non congrue.
Si auspicano infine politiche strutturali al fine di creare condizioni di sviluppo del comparto artigiano.
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