INDUSTRIA
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Andamento congiunturale Industria manifatturiera - Anno 2007
La 145ª "Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera" realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli uffici studi delle Camere di Commercio provinciali, evidenzia per la provincia di Asti nel IV trimestre 2007 un incremento medio della produzione industriale dello 0,7% rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente.
La rilevazione è stata condotta nel mese di gennaio 2008 con riferimento al periodo ottobre-dicembre 2007 e ha coinvolto 1.042 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di oltre 48.000 addetti e un fatturato di 13,5 miliardi di euro.
Dal confronto con i dati regionali la variazione produttiva della provincia di Asti risulta inferiore al dato medio regionale pari a +1,6%, ma superiore alle province del Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Novara e Biella che registrano variazioni di segno negativo.
L'industria elettromeccanica, costruzione macchine, meccanica di precisione che comprende l'indotto enologico, comparto particolarmente significativo per la provincia di Asti, segna un incremento della produzione del 4,6% e conferma la dinamica positiva che lo ha caratterizzato negli ultimi due anni.
Gli altri settori di attività hanno invece fatto segnare un rallentamento produttivo. Le industrie chimiche e della gomma dopo tre trimestri in crescita evidenziano un calo produttivo del 2%.
L'industria alimentare, a fronte di un lieve calo produttivo, evidenzia nell'ultimo trimestre dell'anno un incremento degli ordinativi rispetto al trimestre precedente in misura più consistente per il mercato interno che per il mercato estero.
Sotto il profilo dimensionale le imprese che dimostrano una maggiore capacità di tenuta sono quelle medio piccole che segnano incrementi produttivi intorno all'1%, mentre le industrie con 250 addetti e oltre evidenziano una diminuzione della produzione pari allo 0,6%.
Nell'ultimo trimestre dell'anno il grado medio di utilizzazione degli impianti è stato del 76,15%, dato lievemente al di sotto del 3° trimestre, ma superiore al primo semestre.
Risulta invece cresciuta di quasi 10 punti rispetto al trimestre precedente la percentuale di vendita all'estero. Per contro sono stazionari i nuovi ordinativi dall'estero (+0,2%), mentre, in controtendenza con l'andamento dei primi nove mesi dell'anno, crescono del 21,9% le commesse interne.
La dinamica occupazionale evidenzia dati in calo per tutta la regione. La provincia di Asti, con una diminuzione dell'1,4%, si colloca al penultimo posto della classifica regionale e lievemente al di sotto della media piemontese (-1%).
Variazione della produzione industriale rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente
A partire dal 2006, Unioncamere Piemonte effettua elaborazioni specifiche sui dati congiunturali, in conformità con la metodologia adottata dall'Istat. In particolare, è stato calcolato un numero indice della produzione industriale piemontese con base anno 2000=100 al quale è stata applicata una correzione per giorni lavorativi e un procedimento standard di destagionalizzazione (con il software Tramo-Seats).
Nel IV trimestre 2007, l'indice grezzo della produzione industriale con base anno 2000=100 è stato pari a 114,2 con un incremento, come già evidenziato in precedenza, dello 0,7% rispetto al IV trimestre del 2006.
L'indice della produzione corretto per giorni lavorativi (115,9) ha registrato una variazione pari a -0,3% (i giorni lavorativi sono stati 63 contro i 61 del 2006), mentre l'indice della produzione destagionalizzato è stato pari a 110,9, e ha fatto segnare un incremento dello 0,5% rispetto al III trimestre 2007.
Prospettive future
Le aspettative degli imprenditori astigiani riguardo l'andamento del primo semestre 2008 sono molto caute. La maggior parte dei giudizi sono improntati alla stazionarietà. Gli operatori che prevedono un calo della produzione sono lievemente al di sopra di coloro che prospettano invece una crescita.
Le previsioni sulla domanda interna, che nell'ultimo trimestre 2007 ha registrato variazioni superiori a quella estera, sono stazionarie per il 50% degli operatori e i giudizi positivi sono interamente compensati da valutazioni di segno negativo.
Più ottimistiche sono le prospettive degli operatori sui mercati esteri con il 29,6% degli imprenditori che si aspetta una dinamica in aumento rispetto al 20,7% che invece teme un calo.
Le previsioni sull'occupazione sono meno positive rispetto al trimestre precedente con un saldo tra coloro che prevedono incrementi di organico e coloro che prospettano una diminuzione pari a -2,2%.
I continui rincari dei prodotti energetici fanno sì che il 33% degli operatori prevedano incrementi dei prezzi a fronte soltanto del 5,8% che esprimono giudizi in calo.
Indagine sugli investimenti - Anno 2007
A fine anno l'indagine congiunturale prevede anche la rilevazione dei dati sugli investimenti effettuati dalle imprese nel corso dell'anno.
L'82% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver intrapreso degli investimenti, percentuale di poco superiore rispetto all'anno precedente.
Esaminando gli interventi sotto il profilo della spesa sostenuta, diminuisce rispetto al 2006 il numero di aziende che hanno sostenuto investimenti inferiori a 25.000 euro, mentre cresce rispettivamente del 5,5% e del 6,2% la consistenza delle imprese che hanno effettuato investimenti compresi tra 25.000 e 100.000 e tra 100.000 e 250.000 euro. Rimane pressoché invariato il numero delle aziende che hanno investito somme tra 250.000 e 500.000 euro e risultano in lieve flessione gli investimenti superiori a 500.000 euro.
Tra le imprese intervistate, tutte quelle dei settori chimica, gomma e plastica hanno dichiarato di aver affrontato degli investimenti; in questo comparto oltre il 20% ha investito somme tra i 250.000 e i 500.000 euro. Le aziende agroalimentari sono quelle che hanno dichiarato gli investimenti più consistenti (il 17,2% ha infatti effettuato interventi superiori a 500.000 euro). Il settore metalmeccanico fa rilevare la percentuale più alta di aziende che non hanno intrapreso alcun investimento (oltre il 25%).
Se si analizza l'ammontare degli investimenti in rapporto alla classe dimensionale si rileva che le piccole imprese da 10 a 49 addetti affrontano investimenti di minore entità e quasi il 15% dichiara di non averne effettuati; per contro tra le imprese da 50 a 249 addetti oltre la metà dichiara di aver sostenuto investimenti superiori a 500.000 euro.
Sotto il profilo della tipologia, la destinazione più frequente è l'acquisto di macchinari e attrezzature (73%), seguono il rinnovo di elaboratori e sistemi elettronici (43%), acquisto fabbricati (35,3%), ricerca e sviluppo (35%), impianti fissi (20,5%), acquisto brevetti e know-how (2,5%).
Tra le finalità prioritarie delle imprese che investono, abbiamo la sostituzione degli impianti (65%), il miglioramento dell'efficienza dei processi produttivi (36%) e l'aumento della capacità produttiva (35%). Seguono il miglioramento qualitativo dei prodotti (25%) e il miglioramento della gestione aziendale (20,7%). In ultimo l'introduzione di nuovi prodotti (6,3%) e il risparmio energetico (5,5%).
Nelle previsioni per il 2008 diminuiranno gli investimenti finalizzati alla sostituzione degli impianti, mentre cresceranno quelli a favore dell'aumento della capacità produttiva e del miglioramento qualitativo dei prodotti.
Per quanto riguarda i canali di finanziamento il 35% delle imprese ricorre all'autofinanziamento, il 33% al credito bancario e soltanto il 7,6% al credito agevolato.
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