COMMERCIO
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Import-Export Anno 2001
Il settore terziario risente di una minore capacità di spesa dei consumatori e presenta andamenti differenziati in base alla dimensione aziendale ed alla tipologia di attività. Il settore della grande distribuzione si sta conquistando spazi ulteriori: nel 2001 il numero dei supermercati è aumentato del 15%, determinando una crescita della superficie destinata alla vendita del 10% e degli addetti del 16,7%.A livello congiunturale il 50% degli operatori riconosce una variazione positiva del volume delle vendite a fronte di un lieve aumento dei prezzi e giacenze di magazzino nella norma per il 90% degli intervistati. Dalle previsioni emerge una possibilità di aumento delle vendite per il 60% del campione ed un´occupazione che potrebbe aumentare per il 17% degli operatori, ma in linea generale stazionaria (75%). Il commercio al dettaglio tradizionale denuncia una situazione meno buona con il 66% degli interessati propensi a dichiarare una diminuzione del volume delle vendite ed il 93% che ha accusato un aumento dei prezzi di vendita a causa di una maggiore incidenza dei costi di gestione ed in qualche caso giacenze esuberanti. Il 50% è però ottimista riguardo alle prospettive di vendita a breve termine pur in un contesto di stabilità occupazionale. Il commercio al dettaglio fa registrare un aumento delle unità locali dovuto essenzialmente all´insediamento di punti di vendita gestiti in franchising. Si rilevano inoltre numerosi nuovi insediamenti di esercizi di vendita di cellulari ed articoli per telefonia la cui consistenza appare eccedente rispetto alle potenzialità del mercato. Il settore alimentare sembra aver risentito maggiormente della fase eccessiva: la maggioranza di operatori (75%) registra una flessione delle vendite. Nel settore non alimentare, a fronte del 52,6% degli esercenti che dichiara una variazione negativa, si contrappone il 47,4% che segnala una dinamica di lieve aumento. Tale andamento persiste a livello previsionale: il settore alimentare si aspetta una lieve diminuzione delle vendite per il 75% degli operatori, mentre le dichiarazioni di lieve aumento rappresentano solo il 25%; il settore non alimentare prevede un lieve aumento per il 55,6% degli operatori contro il 44,4% con prospettive di diminuzione del giro di affari. L´imprenditorialità è infine vivace nei confronti della ristorazione, ambito che dà segnali di una buona capacità produttiva. Il terziario è, al momento attuale, il settore che offre più opportunità occupazionali: dalla dinamica avviamenti-cessazioni rilevata al Centro per l´Impiego risultano 4.270 avviamenti al lavoro contro 3.054 cessazioni, con un saldo attivo di 1.216 unità pari a 837 nuovi posti per gli uomini e 379 per le donne. E´ opportuna la precisazione che il 70% delle assunzioni avviene con forme di contratto a tempo determinato. Sul fronte prezzi pare delinearsi un´inversione di tendenza: l´indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, meglio noto come "costo della vita" risulta per il comune capoluogo pari a 117,3, indice lievemente inferiore dell´indice corrispondente a livello nazionale (117,7). Fino a dicembre 2001 l´indicatore astigiano era costantemente al di sopra di quello medio italiano. Sotto l´aspetto finanziario è pesante il bilancio in ordine ai fallimenti. Nei primi sei mesi del 2002 sono stati dichiarati ben 12 fallimenti, di cui quattro da addebitarsi ad attività commerciali.
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