INDUSTRIA
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Andamento congiunturale Anno 2002
Previsioni I Semestre 2003
Indagine sugli investimenti Anno 2002
Dall´indagine condotta sulle imprese nel quarto trimestre del 2002 si riscontra, a fronte di una variazione totale della produzione ammontante a +6,6% rispetto al trimestre precedente, un impegno a recuperare posizioni dopo il cedimento accusato nel 3° trimestre 2002. I settori più dinamici si individuano nel legno e nei mobili, nel settore cartario, nel settore della gomma e della chimica, nella metalmeccanica strumentale e nel comparto alimentare. Si attestano su livelli non ottimali l´industria elettromeccanica, il tessile-abbigliamento e l´industria vetraria.
La variazione totale della produzione dell´ultimo trimestre dell´anno messa a confronto con quella rilevata nel 4° trimestre 2001 risulta del 3,4%. Dall´analisi per settore di questo valore, si osserva una compensazione tra le variazioni positive rilevate nei confronti della metalmeccanica strumentale, dell´industria della gomma e della chimica e del settore alimentare e le percentuali di diminuzione dei settori metalmeccanico ed elettromeccanico, del tessile-abbigliamento e dell´industria cartaria.
Si riscontra, a livello di domanda, una sensibile perdita di mercato estero. A fronte di una percentuale di vendita all´estero ammontante nel 3° trimestre 2002 al 34,3% del fatturato, si rileva nel 4° trimestre dell´anno in esame, un rapporto del 28,7%. Gli attuali livelli produttivi dovrebbero comunque essere garantiti da una variazione positiva dei nuovi ordinativi del 3,2% registrata sul mercato interno e del 3,5% segnalata sui mercati esteri.
Sul fronte occupazione, dalla media ponderata delle risposte, si rileva una flessione dell´1%. Il peso maggiore su questa diminuzione è derivato dalle diminuzioni del settore metalmeccanico (-3,3%), dell´abbigliamento (-4,9%) e delle industrie alimentari (-2,9%). Il maggior contributo al mantenimento dei livelli occupazionali (+0,34%) proviene dalle piccole aziende, quelle da 10 a 19 addetti che in tutto assommano a 182 unità, mentre le aziende con più di 19 addetti, 118 in provincia di Asti, sono unanimi nel dichiarare un ridimensionamento occupazionale.
Le prospettive sono leggermente migliori rispetto a tre mesi fa e lasciano intendere una certa fiducia nelle aspettative di ripresa congiunturale a breve termine.
Il 33,9% degli operatori reputa probabile un aumento della produzione contro previsioni di diminuzione limitate al 13,5% degli intervistati. La domanda interna dovrebbe mantenersi stabile per il 61% delle imprese contro il 22% di segnalazioni di aumento ed il 17% di pareri negativi.
Il mercato estero è previsto in crescita dal 30% degli intervistati contro una stima di riduzione proveniente dal 14% degli operatori.
In presenza di un inequivocabile aumento dei costi di produzione, il 32% degli operatori apporterà variazioni in aumento ai listini prezzi. Anche nei confronti dell´occupazione il quadro si presenta migliore di quello rappresentato nel precedente trimestre: il 70% delle imprese manterrà stabile il livello occupazionale, il 21% è intenzionato ad assumere, solo il 9% ridurrà l´organico.
Nell´ultimo trimestre dell´anno le imprese sono state interpellate anche in merito all´andamento degli investimenti. L´elaborazione dei dati ha messo in evidenza un rilevante impegno di innovazione del comparto industriale astigiano. Il 17% delle imprese ha realizzato investimenti per un importo superiore ai 500.000 euro, il 19% ha effettuato investimenti il cui importo è compreso tra 250.000 e 500.000 euro, il 25% delle risposte riguardavano investimenti tra 100.000 e 250.000 euro, il 24% tra 25.000 e 100.000 euro, il 7% degli imprenditori ha denunciato investimenti inferiori a 25.000 euro. Solo l´8% delle imprese non ha effettuato alcun investimento.
Gli investimenti sono stati indirizzati soprattutto ad acquisire nuove tecnologie: per tipologia si rileva infatti che il 90% delle imprese investitrici ha acquistato macchinari ed attrezzature, il 41% ha sostenuto spese per rinnovare impianti, il 38% ha acquistato elaboratori e sistemi elettronici, il 27% ha finanziato progetti di ricerca e sviluppo, il 12% ha investito in fabbricati, il 4% ha acquistato brevetti e know-how.
Gli investimenti effettuati nel 2002 sono stati finalizzati prioritariamente alla sostituzione di impianti obsoleti (59% delle imprese investitrici) ed al miglioramento dell´efficienza e della flessibilità dei processi produttivi (49%). Dal 37% delle imprese che hanno sostenuto investimenti per aumentare la capacità produttiva dell´impresa emergono nicchie produttive in espansione. E´ inoltre rilevante l´attenzione degli operatori a mantenere un buon livello di competitività con il 28% degli investimenti diretti al miglioramento qualitativo dei prodotti, il 21% destinato al miglioramento della gestione aziendale ed il 18% impegnato per l´introduzione di nuovi prodotti. Resta invece modesto, limitato al 9% delle imprese, l´impegno ad investire in tecnologie volte al risparmio energetico.
Per il 2003 le intenzioni in merito agli investimenti appaiono su livelli inferiori: 37% di ricorrenze per la sostituzione di impianti, il 32% sull´aumento della capacità produttiva ed il miglioramento dei processi produttivi, il 18% sull´introduzione di nuovi prodotti, il 14% sul miglioramento qualitativo dei prodotti, il 12% sul miglioramento della gestione aziendale.
Per far fronte agli investimenti le imprese hanno provveduto autofinanziandosi (67%) ma nel contempo hanno fatto ricorso in modo rilevante al credito bancario (62%). Il credito agevolato ricorre nel 21% dei casi ed il credito concesso dai fornitori rappresenta solo il 13% delle ricorrenze.
Tra le imprese che hanno denunciato investimenti solo il 6% ha utilizzato il leasing e si limita all´1% la percentuale delle imprese che ha attuato un aumento di capitale.
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