AGRICOLTURA
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Rapporto delle imprese agricole sulle imprese degli altri settori
Demografia delle imprese
Il numero delle aziende agricole iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Asti è risultato, al 30 giugno 2003, di 9.945 unità. Nel periodo gennaio-giugno 2003 si sono iscritte 176 nuove imprese e sono pervenute 450 cancellazioni con un saldo negativo di 274 unità. Rispetto ad un anno fa si registra una diminuzione di 459 imprese, pari ad una flessione del 4,4%, ridimensionamento ben superiore ai tassi registrati negli anni precedenti. Le cause sono da imputarsi sia all´uscita dal sistema di aziende marginali in conseguenza dell´abbandono delle coltivazioni nelle aree meno vocate sia al processo di accorpamento che sta interessando da alcuni anni il settore agricolo astigiano.
Quotazioni dei principali prodotti agricoli e zootecnici commercializzati sulla piazza di Asti
Quotazioni medie dei vini pubblicate sui listini settimanali della Camera di Commercio di Asti
Vite
L´andamento meteorologico è stata estremamente favorevole alla coltura ed ha favorito, con un anticipo della fioritura di circa otto giorni, un buon sviluppo del frutto ed una completa allegagione. Il caldo asciutto del mese di giugno ha dato luogo ad una crescita regolare ed ottimale del grappolo ed ha limitato il rigoglio vegetativo. I lavori di cura del vigneto sono perciò stati più regolari ed agevoli rispetto allo scorso anno. Sotto l´aspetto sanitario sono stati necessari meno trattamenti rispetto alla norma, soprattutto per la scarsa diffusione della peronospora con una conseguente lieve flessione delle spese di gestione. L´andamento della coltura è meno positivo nei vigneti localizzati al nord dell´astigiano dove si riscontra un notevole incremento della flavescenza dorata. La siccità non ha ancora infierito sul trend favorevole della vite ma il persistere di assenza di piogge potrebbe favorire situazioni di stress idrico con una conseguente produzione, nei terreni difficili, di vini poco equilibrati. Sotto l´aspetto commerciale e con riferimento alla produzione 2002 si constata che anche le vendite di vino hanno risentito della crisi generale e della diminuzione dei consumi. Relativamente ai prezzi, dalla rilevazione delle quotazioni all´ingrosso risulta una flessione del 15% per il barbera d´Asti doc e del 4,5% per il ruchè doc. Si rilevano nel contempo quotazioni in aumento con riferimento a dolcetto, freisa, grignolino, malvasia, cortese, Asti spumante e moscato.
Cereali
L´assenza di piogge dal mese di dicembre, a parte qualche sporadico acquazzone, ha avuto pesanti conseguenze nei confronti della produzione cerealicola. Per il frumento la produzione è stata qualitativamente discreta e con un buon peso specifico ma si riscontra, rispetto alla norma, una flessione della quantità del 25-30%. La quotazione è diminuita del 10%, flessione da imputarsi al fatto che sulla piazza si sono riversate eccedenze di frumento francese. La produzione di granoturco è stata fortemente compromessa dalla siccità per cui si stima una perdita di raccolto del 50%. A fine giugno la quotazione di granoturco nazionale è risultata di 11,98 euro al quintale ed ha fatto rilevare una flessione del 8% rispetto all´analogo periodo dell´anno precedente.
Anche l´orzo primaverile ha subito gli effetti negativi della siccità: con una resa di 15-20 quintali per ettaro la produzione non riuscirà a compensare i costi di produzione. E´ invece su livelli normali la produzione di orzo autunnale, la cui resa è stata di 50-60 quintali per ettaro. Le quotazioni, sempre a causa della presenza sul mercato di partite francesi, sono decisamente in calo: l´orzo estero è quotato 11,90 euro per quintale (-12,2%), l´orzo nazionale è commercializzato a 11,65 euro al quintale (-37%).
Ortaggi e settore vivaistico
L´andamento climatico di questi ultimi mesi, caratterizzato dall´assenza di precipitazioni e da temperature molto elevate, di gran lunga superiori alle medie stagionali, sta penalizzando fortemente le produzioni orticole dell´intero territorio provinciale. Sono stati rilevati notevoli danni sia a seguito della riduzione delle rese delle colture orticole, sia per effetto del decadimento qualitativo dei frutti. Ove possibile, tali danni sono stati contenuti dal ricorso a continue irrigazioni di soccorso con un notevole dispendio energetico.
Con riferimento alle principali colture orticole della provincia di Asti, di seguito si riporta una valutazione degli effetti negativi imputabili al perdurare delle avverse condizioni climatiche:
- cardo: il caldo torrido di questi giorni ha costretto molte aziende a riseminare la coltura del cardo, in quanto la siccità ha compromesso la nascita delle piantine. Ove possibile, si è intervenuto con continue irrigazioni di soccorso. I danni superano il 50% della produzione;
- patata: lo stress idrico ha portato sicuramente ad un decadimento della qualità dei tuberi, ad una minore calibratura e ad un aumento del malformato;
- pomodoro da mensa, peperone e zucchino in coltura protetta: su queste colture, anche se regolarmente irrigate, si stanno manifestando stress termici dovuti alle alte temperature registratesi all´interno dei tunnel. Tali temperature comportano l´arresto delle funzioni fisiologiche delle piante e la sterilità del polline. Il perdurare di queste condizioni ha portato sicuramente ad una diminuzione delle rese produttive e ad un decadimento della qualità dei frutti. Lo stesso dicasi per la coltura dello zucchino in pieno campo. Notevole è il dispendio energetico per le frequenti irrigazioni apportate alle colture;
- sedano in pieno campo: sulla coltura del sedano, nota per l´alto fabbisogno idrico, si è dovuto intervenire con irrigazioni più frequenti per far fronte alla forte siccità. Si segnalano danni che variano dal 30% al 50% per le scottature degli apici vegetativi.
Nel settore florovivaistico si segnala un forte incremento delle spese energetiche, necessarie per mantenere la temperatura all´interno delle serre al di sotto dei valori critici per le piante coltivate in vaso, (nebulizzazione dell´acqua soprachioma per abbassare la temperatura all´interno delle serre, aumento della frequenza dei turni irrigui e ombreggiamento delle colture).
Frutta e produzioni corylicole
Le brinate del mese di aprile hanno in parte compromesso la produzione di ciliegie e di albicocche, per cui si rileva una quantità scarsa a fronte di una buona qualità. Anche per le pesche la produzione è stata quantitativamente inferiore alla norma (-20%); la presenza di cidia, lepidottero che colpisce il frutto, è stata favorita dalla siccità, mentre le brinate primaverili sono state la causa di una cascola precoce. Pere e mele saranno di pezzatura piccola sempre a causa dell´annata siccitosa. Malgrado i portainnesti vigorosi la mancanza di piogge ha favorito la presenza di acari che hanno compromesso la qualità del frutto e ne hanno limitano la pezzatura, conseguenze che si sarebbero ridotte con l´ausilio di impianti di irrigazione, carenti in provincia di Asti. Per le nocciole si constata una maturazione anticipata. A seguito di due annate quantitativamente generose, ad un inevitabile calo produttivo naturale si è abbinato una scarsa resa dovuta alla siccità, per cui si annuncia una produzione inferiore del 30-35% rispetto a quella ottenuta nel 2002, mentre solo nella fase di sgusciatura potranno essere espresse valutazioni in merito alla qualità.
Zootecnia
L´allevamento del vitellone piemontese rappresenta nell´astigiano una produzione zootecnica di qualità, ed è adeguatamente valorizzato in termini di immagine, riscuotendo un crescente interesse nei confronti dei consumatori. La presenza, anche nei supermercati, di carni ottenute con tecniche di allevamento e di produzione che rispettano i valori della tradizione, testimonia come una scelta di qualità possa garantire il buon esito della commercializzazione. Il valore aggiunto di una produzione sana e di qualità si è identificato in un incremento delle quotazioni di circa il 10% rispetto ad un anno fa, aumenti riconosciuti alla stalla ma non completamente riversati nei prezzi alla distribuzione.
La produzione è limitata (200.000 capi nella Regione e 46.000 in provincia di Asti) e la richiesta è in aumento per cui si può prevedere una tendenza positiva anche alla luce della possibilità di tracciare i prodotti in un contesto di valorizzazione e di tutela.
I dati sulla consistenza del bestiame in provincia di Asti, rilevati al 1° giugno 2003, mettono però ancora in evidenza una flessione del numero dei capi bovini del 2,6% rispetto ad un anno fa mentre da un sensibile aumento della consistenza dell´allevamento caprino (+28,6%) si evince una buona risposta alle iniziative di riconoscimento e valorizzazione della "Robiola DOP".
Consistenza del bestiame in provincia di Asti al 1° giugno 2003
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