ARTIGIANATO
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Consistenza delle imprese artigiane in provincia di Asti
Movimento anagrafico e forma giuridica delle imprese artigiane in provincia di Asti
Le imprese iscritte all´Albo Artigiani della provincia di Asti al 30 settembre 2003 ammontano a 6.777 e mettono in evidenza, da un aumento rispetto alla stessa data dell´anno precedente di 144 unità, un tasso di crescita del 2,2%. Nei primi nove mesi del 2003 si sono iscritte 250 imprese e se ne sono cancellate 203.
Delle 6.777 imprese artigiane, 5.373, il 79,3%, sono ditte individuali, 1.330 sono società di persone (19,6%), 59 sono costituite in società di capitale (0,9%), mentre le restanti 15 imprese risultano iscritte con altre forme giuridiche. Il saldo rispetto alla stessa data del 2002 è positivo per tutte le forme giuridiche, ma è rilevante solo per le ditte individuali (+ 2,3%) e per le società di capitale (+ 43,9%).
Per settore di attività il numero delle imprese più consistente fa riferimento alle costruzioni edili: con 2.905 unità il settore evidenzia un tasso di crescita annuo del 5% e costituisce il 42,9% del totale delle imprese artigiane insediate in provincia di Asti.
Il comparto manifatturiero annovera 1.919 unità produttive, il 28% del totale delle imprese, appena 5 imprese in più dell´anno precedente. Si evidenzia dal confronto con il 2002 la diminuzione di 18 imprese metalmeccaniche a riprova che le conseguenze della crisi dell´indotto auto stanno ricadendo pesantemente sulla subfornitura.
Le consistenze sono diminuite anche per le attività di riparazione (-9 unità) che, con 560 imprese, costituiscono l´8,3% del totale.
Le imprese di autotrasporto sono 512, il 7,5% delle imprese artigiane; nel corso di un anno è stata registrata una diminuzione della consistenza delle imprese di 24 unità, pari al 4,5%.
Si accresce però l´artigianato di servizi che comprende 879 imprese e mette in evidenza, dalla dinamica iscrizioni-cessazioni, 34 imprese in più nel corso dell´ultimo anno.
Dall´analisi dei dati emerge un deciso cambiamento a livello strutturale del settore che sta assumendo, con riferimento al numero delle imprese, una dimensione maggiore in particolare nei confronti delle attività di costruzione. Di fatto tale dinamica non è da mettere in connessione con un particolare sviluppo delle opere edili, ma è da attribuire piuttosto ad una frammentazione delle imprese ed all´iscrizione di manodopera anche extracomunitaria per l´esecuzione di piccoli lavori di manutenzione ed in subappalto.
I risultati dell´indagine congiunturale condotta dall´ "Osservatorio Regionale sull´Artigianato", con indicatori a consuntivo palesemente negativi, denotano un rilevante coinvolgimento della categoria nel clima di stagnazione generale. I giudizi degli operatori sono particolarmente negativi in merito all´andamento economico: infatti il saldo tra valutazioni positive e negative, con un risultato complessivo di -43%, è il peggiore finora rilevato in sede d´indagine. Analoghi record negativi sono rilevabili dai saldi relativi a domanda (-31%) e fatturato (-29%), che peggiorano in modo drastico i valori già critici registrati nella passata rilevazione. Anche il saldo relativo all´occupazione (-1,9%) è il peggiore finora ottenuto, seppure in misura assai più contenuta, rispetto agli altri indicatori a conferma di una certa capacità di tenuta dei livelli occupazionali, anche in condizioni di crisi conclamata e duratura. La medesima argomentazione è replicabile a commento della percentuale di imprese che hanno dichiarato di aver effettuato investimenti nel passato semestre, scesa al 34% dopo l´incoraggiante 39% della passata rilevazione.
La congiuntura negativa, che finora si era manifestata con maggiore evidenza in alcuni ambiti, sta ora coinvolgendo un po´ tutti i rami di attività. Il saldo tra giudizi positivi e negativi, tuttavia, è migliore nel comparto delle costruzioni (-25,6%), rispetto alle attività manifatturiere e di servizio, che registrano picchi negativi tra le imprese di riparazione (-57%) e di servizi alla persona (-55%).
Le conseguenze del calo della domanda si ripercuotono nella propensione agli investimenti ed all´innovazione e nelle intenzioni ad accrescere l´occupazione.
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