SINTETICO QUADRO PROVINCIALE
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Al 31 dicembre 2003 risultano iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Asti 27.010 imprese, 130 in meno rispetto alla stessa data dell´anno precedente, pari ad una flessione dello 0,5%. La dinamica è da considerarsi positiva alla luce del fatto che le cessazioni più consistenti provengono dal settore agricolo, settore caratterizzato da un´elevata frammentazione in piccolissime imprese, ma che ha avviato, nell´ultimo quinquennio, un notevole processo di accorpamento e di consolidamento. Al netto del settore agricolo risultano registrate 17.245 imprese con un saldo rispetto al 31/12/2002 di 303 unità, pari ad un tasso di crescita dell´1,7%. La distribuzione per settore è la seguente: - 9.765 imprese, pari al 36,2% del totale, fanno parte del settore primario; la variazione rispetto al 31/12/2002 è di 433 imprese (-4,2%). Il dato conferma la tendenza, in atto da anni, di abbandono dell´attività agricola nelle aree meno vocate e per le aziende di piccolissime dimensioni per le quali il conduttore non ha un ritorno remunerativo; - 6.207 imprese, il 23% del totale, appartengono al settore secondario; in questo ambito sono aumentate lievemente le attività manifatturiere (+ 0,8%) e sensibilmente le imprese edili (+ 4,6%); - 11.025 imprese, il 40,8% del totale, rappresentano la consistenza del settore terziario, settore che, rispetto ad un anno fa, ha evidenziato un aumento di 124 unità (+1,1%). Il reddito prodotto in provincia di Asti nel 2002, secondo l´elaborazione più recente condotta dall´Istituto Guglielmo Tagliacarne, è ammontato a 4.279,90 milioni di euro, di cui - 184,7 milioni di euro, pari al 4,3%, conseguito dal settore agricolo, - 1.320,3 milioni di euro, il 30,8%, di competenza dell´industria. - 2.774,9 milioni di euro da attribuirsi al terziario. Delle 27.010 imprese iscritte, 19.547, il 72,4%, sono ditte individuali. La dinamica iscrizioni-cancellazioni delle imprese individuali è costantemente negativa (-1,7% nel periodo preso in considerazione) e di ciò si trova giustificazione sia nell´uscita dal sistema delle aziende marginali sia da cessazioni di tipo amministrativo effettuate per passare o a nuove attività o a forme giuridiche di maggior impegno economico. Si nota infatti la tendenza ad un aumento di iscrizioni sotto forma societaria: al 31/12/2003 e, rispetto a 12 mesi prima, si rileva un tasso di sviluppo del 5,5% per le società di capitali e del 2,1% per le società di persone. Sulle nuove iscrizioni quasi sei nuovi imprenditori su dieci sono giovani con meno di 35 anni mentre le donne rappresentano il 25%. La piccola dimensione della struttura imprenditoriale locale è stata, nel passato, la garanzia di una certa capacità di adattamento e di flessibilità nei periodi di difficoltà congiunturale, ma rappresenta un fattore di debolezza nel quadro economico attuale che inevitabilmente fa subire all´imprenditore le conseguenze di un mercato più esteso dei confini provinciali e fortemente competitivo. Il contesto astigiano, anche a livello di media e grande impresa, sta scontando lo scarso grado di innovazione, il basso livello di formazione, l´insufficienza delle infrastrutture e non dispone più dei vantaggi derivanti dall´effetto traino delle grandi imprese, ora in difficoltà o in fase di riorganizzazione come accade nell´indotto auto. Ciononostante la congiuntura provinciale non denota ancora vistosi cedimenti: la produzione industriale mantiene livelli produttivi accettabili, il settore artigiano prosegue in un trend di aumento della propria consistenza imprenditoriale, il settore agricolo tende a specializzarsi ed a consolidarsi, il commercio mantiene una certa vivacità con riferimento alla ristorazione ed alla ricettività. Da un´analisi più dettagliata si osservano però andamenti differenziati sia dal lato produttivo dove solo alcuni comparti (alimentare, chimica, gomma, materie plastiche, carta e vetro) evidenziano incrementi produttivi, sia in ambito distributivo con pareri positivi espressi dalla grande distribuzione a fronte di una sensibile flessione del dettaglio tradizionale.
Si avverte, nella forte rappresentanza agroalimentare della provincia di Asti, un contribuito alla compensazione delle ripercussioni di una congiuntura negativa generale e si deve riconoscere nella costante politica di promozione del prodotto vino attuata nella provincia di Asti un indubbio ruolo propulsivo al miglioramento della qualità, al consolidamento delle attività produttive, allo sviluppo di un indotto di portata rilevante. Il punto di forza più significativo dell´astigiano può pertanto riconoscersi nella sua caratterizzazione vitivinicola e la testimonianza significativa di un trend in sviluppo si individua nell´andamento dell´export, cresciuto del 5,7% nel corso del 2002 e del 6,5% nei primi sei mesi del 2003.
La competitività del sistema locale trova comunque fattori di sostegno in un contenuto tasso di disoccupazione ed in una elevata specializzazione della forza lavoro, ma il suo mantenimento implica una maggiore incisività alla presenza delle aziende di minori dimensioni sui mercati internazionali, la ricerca di qualità specifiche dei prodotti e la loro certificazione, la valorizzazione di nicchie produttive e tecnologiche, un sistema di relazioni che accresca l´integrazione delle produzioni per superare i limiti delle piccole dimensioni organizzative e che agevoli il passaggio generazionale e culturale della classe imprenditoriale.
Da queste osservazioni appare evidente che la sfida che il mondo imprenditoriale, ed in particolare quello astigiano, si trova ad affrontare proviene da una nuova cultura di impresa che si fonda sulla ricerca e sull´innovazione continua, sulla formazione del capitale umano, sulla capacità di coniugare il radicamento nel tradizionale e nel territorio di appartenenza con la competitività del mercato internazionale.
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