AGRICOLTURA
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Principali coltivazioni agricole
Rapporto delle imprese agricole sulle imprese degli altri settori - consistenza imprese agricole al 31/12/2003
Superficie coltivata a vite in provincia di Asti (in Ha) - Produzioni di vino in provincia di Asti (in ettolitri) - Tipologia di vino D.O.C.
Albo Vigneti della Camera di Commercio di Asti - Anno 2003
Quotazioni dei principali prodotti agricoli e zootecnici commercializzati sulla piazza di Asti
Quotazioni medie dei vini pubblicate sui listini settimanali della Camera di Commercio di Asti
Albo Corylicolo della Camera di Commercio di Asti - Anno 2003
Consistenza del bestiame all´1/12/2003
Il settore agricoltura, con 9.765 unità iscritte al Registro Imprese al 31 dicembre 2003, comprende il 36,2% delle imprese della provincia di Asti. Dal lato occupazione il peso è inferiore; con 8.154 addetti il settore rappresenta il 19% del totale addetti delle imprese della provincia. La consistenza delle imprese agricole è diminuita di 433 unità, pari ad una variazione negativa del 4,2%. Nel 2002 la flessione era stata del 2,5%, nel 2001 del 2,1%. Si osserva un´accelerazione del processo di abbandono dell´attività di cui si può trovare giustificazione, oltre che nella esigua dimensione aziendale e nell´età avanzata di molti titolari, in un´annata poco favorevole all´andamento delle colture ed alle difficoltà di mercato. Accanto alle 704 imprese che hanno cessato l´attività si rilevano però 249 nuove iscrizioni, pari ad un tasso di natalità del 2,4%, fattore che mette in luce la capacità del settore ad attrarre ancora investimenti.
Il valore della Produzione Lorda Vendibile dell´agricoltura astigiana riferita al 2002, ultima elaborazione condotta da Unioncamere, ammonta a 298 milioni di euro. Il valore della produzione lorda vendibile vitivinicola è stata pari a 132 milioni di euro; sulla base di questo valore Asti è al primo posto tra le otto province piemontesi ed al quarto posto a livello nazionale preceduta da Bari, Chieti e Verona. Il dato che meglio esprime la densità di concentrazione della vite è il rapporto tra la PLV vinicola e la PLV agricola totale e tale indicatore, ammontante per la provincia di Asti al 44%, pone il territorio astigiano al primo posto a livello nazionale.
E´ soprattutto il vino a conferire un valore aggiunto all´agricoltura ed a riconoscere per il settore agricolo della provincia di Asti un R.O.I. (rapporto tra reddito e capitale investito) dell´8,7%, decisamente superiore al valore medio provinciale (5,3%) ed in incremento costante: era infatti solo del 4,7% nel 1997.
L´annata agraria 2003 si è presentata eccezionalmente siccitosa e soleggiata, condizione che ha anticipato notevolmente la vendemmia rispetto ai tempi tradizionali. L´anomalo andamento meteorologico ha influito positivamente sulla qualità; le uve sono giunte sane alla maturazione ed il tasso di zucchero decisamente superiore alla norma ha prodotto vini di elevata gradazione alcolica. In alcuni casi si sono manifestati sintomi di sovramaturazione, in particolare per quanto riguarda il moscato, con conseguenze sul colore del vino che si presenta più carico e più intenso.
A livello quantitativo si registra una flessione nella produzione di uva e una diminuzione della resa in vino.
La produzione di vino dell´annata 2003, calcolata in 819.000 ettolitri registra infatti una riduzione del 7,14% rispetto all´anno precedente. Secondo i dati, ancora provvisori, dell´Albo Vigneti la produzione di vini DOC e DOCG ammonta a 653.712,33, il 7,4% in più rispetto all´annata 2002 in cui la scarsa qualità delle uve aveva determinato un incremento dei vini da tavola a scapito di una riduzione della produzione di vini di qualità. I vini da tavola risultano pari a 165.388 ettolitri e, con una diminuzione rispetto al 2002 del 60%, sono quelli che hanno maggiormente risentito della scarsa resa delle uve.
Le variazioni delle quotazioni delle uve rispetto alla vendemmia 2002, mettono in evidenza un aumento superiore al 20% per quasi tutte le tipologie; solo per le uve moscato non si sono rilevate variazioni.
Sotto l´aspetto commerciale il mercato del vino evidenzia una tendenza al rialzo dei prezzi. Soltanto il moscato registra un lieve calo delle quotazioni.
Nelle zone meno vocate a vite mantiene un ruolo di rilievo sul piano economico e di tutela del territorio la coltura del nocciolo. La superficie coltivata tende ad aumentare ed è di circa 2.000 ettari. La produzione 2003 è stata di buona qualità, ma ha subito una riduzione del 17% rispetto a quella dello scorso anno sia per un inevitabile calo produttivo naturale a seguito di due annate quantitativamente generose sia per una scarsa resa dovuta alla siccità. La scarsità della produzione, non solo astigiana ma anche a livello nazionale, ha influito positivamente nelle quotazioni che, rispetto ad un anno fa, sono aumentate del 6%.
Per le colture frutticole l´annata non è stata favorevole: le brinate del mese di aprile hanno in parte compromesso la produzione di ciliegie e di albicocche ed anche per le pesche la produzione è stata sensibilmente inferiore alla norma (-65%). Per mele e pere si è registrata una flessione produttiva del 20%. Soprattutto per i frutteti in collina, molto esposti al sole, la pezzatura è stata al di sotto della soglia commerciale e la mancanza di piogge ha favorito la presenza di acari che hanno intaccato la qualità del frutto, conseguenze che si sarebbero ridotte con l´ausilio di impianti di irrigazione, carenti in provincia di Asti.
Anche la produzione cerealicola è stata fortemente pregiudicata dall´assenza di piogge. Per il frumento il raccolto è stato qualitativamente discreto e con un buon peso specifico, ma si riscontra una flessione della quantità superiore al 10%. Con riferimento alla quotazione, si rileva un aumento medio del 40%.
La resa dell´orzo primaverile, di circa 20 quintali per ettaro, non ha compensato i costi di produzione. Il consumo di orzo in provincia di Asti è destinato esclusivamente all´allevamento bovino e suino locale.
La siccità ha avuto gravi ripercussioni anche sulla produzione di mais. Soltanto ove è stato possibile irrigare la resa è stata accettabile; negli altri casi la produzione è stata scarsissima (-55%) e di bassa qualità. Le quotazioni hanno di conseguenza subito un sensibile incremento (+35%).
Anche per la soia ed il girasole la resa è stata irrisoria, mediamente 15 q.li per ettaro; la prima ha fatto rilevare un aumento della quotazione di circa il 15% mentre il girasole, per un eccesso di produzione sul mercato internazionale, evidenzia una flessione del prezzo del 25%. La barbabietola da zucchero non ha presentato problemi nel caso di colture irrigate, non abituali in provincia di Asti. Nel complesso il raccolto locale è risultato notevolmente diminuito, ma di buona qualità dato l´alto contenuto di saccarosio.
Per le foraggiere si è registrata una flessione del 30% rispetto ai normali standard di produzione e la scarsità del raccolto ha determinato un aumento delle quotazioni che si aggira intorno al 90-100%. L´assenza di precipitazioni e le temperature elevate hanno arrecato danni alla resa e alla qualità delle colture orticole. Nelle aziende ove è stato possibile il ricorso a continue irrigazioni ciò ha comportato un notevole dispendio energetico e un aumento dei costi di produzione. La resa è diminuita del 20%, ma, per alcune colture non irrigate, si sono registrate riduzioni del 40-50%. Il settore dichiara, relativamente alle vendite di ortaggi freschi alla produzione, un deciso ristagno dei prezzi, andamento che conferma la tendenza degli ultimi anni.
Il settore florovivaistico segnala un aumento dei consumi di piante e di fiori: molte aziende sono nate dalla conversione di strutture orticole ed hanno comportato un notevole impegno finanziario e di risorse umane che attualmente sta dando buoni risultati.
In campo zootecnico è l´allevamento bovino ad assumere maggiore rilevanza numerica ed economica. Con una consistenza di circa 48.000 capi l´allevamento bovino mette in evidenza rispetto al 2002, un incremento del 3,8%. Si rileva la tendenza alla chiusura delle piccole stalle. Restano sul mercato le aziende di maggiori dimensioni che puntano ad ampliarsi e ad effettuare investimenti per convertire l´allevamento, prima esclusivamente nella stalla, ad un sistema semibrado. Sotto l´aspetto commerciale, a fronte di una buona domanda per il vitello piemontese, si segnala un aumento delle quotazioni, rispetto ad un anno fa, del 6,3%.
I dati sulla consistenza del bestiame mettono inoltre in evidenza un lieve aumento del numero di caprini (+2,18%) da mettere in relazione ad una buona risposta alle iniziative di riconoscimento e valorizzazione della "Robiola DOP".
E´ proprio la tutela e la valorizzazione dei prodotti locali a rappresentare l´impegno più rilevante delle risorse pubbliche sul territorio e che finora ha dato risultati soddisfacenti, ma i cui effetti potranno essere moltiplicati se dal lato imprese si concretizzasse una maggiore aggregazione finalizzata al raffinamento delle tecniche di produzione e di commercializzazione. La dimensione media delle aziende astigiane è ancora troppo piccola per sostenere un mercato fortemente competitivo e l´esigenza di consolidarsi comporta l´assunzione di rischi e l´impegno di investimenti che potranno essere sostenuti in presenza di interventi di promozione e di marketing del territorio adeguati alla realtà locale.
Una politica di valorizzazione delle produzioni e di promozione del territorio, del resto, si coniuga con le esigenze di tutela dell´ambiente e di salvaguardia delle tipicità e delle tradizioni locali e, nel contempo, incentiva il mantenimento e lo sviluppo di risorse imprenditoriali utili a confermare ed esaltare la vocazione agricola e soprattutto vitivinicola della provincia di Asti.
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